La ’top ten’ dei lavoratori scomparsi. Le aziende non trovano più specialisti

Il quadro fosco dell’Ufficio studi della Camera di commercio: tante difficoltà per le donne nel dopo pandemia

Giuseppe Salvini (foto MarcoMori/NewPressPhoto)

Giuseppe Salvini (foto MarcoMori/NewPressPhoto)

Firenze, 24 maggio 2022 - Con la pandemia è cambiato il mondo, sono cambiati l’economia e il mercato del lavoro. Oggi si cercano sempre più figure specializzate e trasversali focalizzate in particolare sul digitale e sull’economia verde. La buona notizia è che le aziende sono tornate ad assumere, recuperando non solo rispetto al 2021 e al 2020, ma crescendo anche rispetto al 2019.

Secondo infatti le stime dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Firenze, elaborate su dati Excelsior, sono quasi 33mila le assunzioni previste dalle imprese della città metropolitana per il trimestre tra maggio e luglio, con un incremento del 21 per cento rispetto a tre anni fa, quando nello stesso arco di tempo gli ingressi nel mondo del lavoro furono poco meno di 26mila. Il problema resta però la difficoltà di reperimento di alcune figure, oggi al 41 per cento, quattro punti percentuali in più rispetto a maggio 2019.

In cima alla top ten degli introvabili ci sono i tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione. In questo caso la difficoltà di reperimento è al 75,3 per cento: per circa due posti vacanti su tre non si trovano candidati con le competenze richieste. E’ al 71 per cento per gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, al 63 per cento per informatici e ingegneri, sfiora il 61 per cento per gli operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici. Difficile trovare anche gli operai specializzati per le industrie tessili e del sistema moda (60,2 per cento), del settore metalmeccanico ed elettromeccanico (59 per cento).

Tra le prime dieci figure per difficoltà di reperimento non ci sono camerieri né cuochi, che però, insieme alle altre figure legate al turismo, sono i più ricercati su Firenze, rappresentando il 16,9 per cento delle assunzioni programmate. Molto richiesti sono inoltre gli addetti alle pulizie. Come mai non si trovano tante figure tecniche e specialistiche? Secondo il report dell’ufficio studi della Camera di commercio i motivi sono da ricercare in fattori che si sono intensificati nel corso dell’emergenza pandemica. In particolare, domanda e offerta non si trovano perché le aziende richiedono competenze trasversali, sul digitale e sul green, che spesso i candidati non hanno.

Dopo la pandemia, inoltre, le donne riescono con difficoltà a rientrare nel mercato del lavoro, con un differenziale aumentato nei confronti del 2019 (-4,8% rispetto a -3,7% sullo stock di occupati) e minore è anche la disponibilità di manodopera straniera, "a causa di fattori che hanno reso difficile il reingresso nei Paesi di immigrazione o scoraggiato l’emigrazione dai Paesi di provenienza, prima con le limitazioni delle quarantene e più recentemente con i certificati vaccinali".

Ciò ha generato criticità di reperimento proprio in quei settori dove lavorano più immigrati, come l’edilizia, ma anche appunto turismo e ristorazione. "La richiesta di competenze digitali e green – sottolinea il segretario generale della Camera di commercio, Giuseppe Salvini - si è dilatata e ormai riguarda trasversalmente tutti i settori, dalla salute al benessere, dalla mobilità alla logistica. E’ importante che la scuola segua i cambiamenti del mercato del lavoro per aiutare i giovani a orientarsi, e sostenere la crescita delle imprese e il rafforzamento dell’economia nei prossimi anni".

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