Firenze, guardie contro i bivacchi: "Via dei Neri non è una mensa"

Abitanti e commercianti contro i bivacchi. Un residente: "Mi sono sentito male, l'ambulanza non è arrivata"

Tre delle guardie  che pattuglieranno via dei Neri (foto New Pressphoto)

Tre delle guardie che pattuglieranno via dei Neri (foto New Pressphoto)

Firenze, 25 marzo 2018 - Dalle secchiate d’acqua alle guardie anti bivacco. Così via dei Neri, 150 metri di strada a ridosso di piazza della Signoria – una specie di mensa a cielo aperto con i suoi 20 locali dove si può mangiare e comprare cibo da asporto – ha deciso di difendersi dall’invasione quotidiana di infradito e minigonne strizzate. Il comitato via dei Neri, dopo le numerose richieste di aiuto al Comune, ha deciso di rimboccarsi le maniche e ingaggiare quattro volontari dell’Associazione nazionale osservatori per la sicurezza urbana che dal primo aprile cominceranno il ‘pattugliamento’ della via, tutti i giorni da giovedì a domenica, dalle 12.30 alle 15.30, a cavallo dell’ora di pranzo, il momento in cui la strada risente di più dell’assedio dei ‘mordi e fuggi’. «Il nostro compito è osservare e riferire a chi di competenza – spiega il presidente dell’associazione Claudio Naldoni –, i nostri volontari saranno muniti di pettorina e quindi riconoscibili.

La presenza farà da deterrente». La convenzione con l’associazione è stata firmata due giorni fa dal comitato via dei Neri, il quale verserà un rimborso spese mensile di 250 euro all’associazione e ‘adotterà’ in un certo senso le guardie offrendo il pasto o mettendo a disposizione le proprie attività come base operativa. Una situazione diventata insostenibile per Borg’Unto – così è stata battezzata – dove tutti i giorni commercianti e residenti si ritrovano a fare i conti con i torpedoni che «coprono le attività e ci impediscono di entrare in casa». «Sono stato colto da un infarto – denuncia Franco Micini che vive da 32 anni nella via – ho chiamato l’ambulanza e non è riuscita a passare. Per fortuna mi è andata bene altrimenti chissà cosa sarebbe successo». E’ una furia Giovanna Laura Adriani che non ne può più «dei bivacchi» come Elena Mincu, residente da 20 anni: «Devo chiedere il permeso per rientrare in casa. Se gli chiedo di farmi passare mi rispondono ‘Signora ma io sto mangiando’. Sui gradini del mio portone».

Lo stesso farmacista, in alcuni giorni murato vivo dalla coda di persone in attesa del panino del «vinaino» più famoso di Firenze (oltre mille scontrini al giorno), è stato costretto a mettere un nastro per tenere libero l’ingresso. «I vigili – dice Dario La Sala – me lo hanno fatto togliere, dicono che è occupazione del suolo pubblico. Anche le persone in fila occupano il suolo pubblico. In ogni caso, devo ammettere che quando c’è più coda ho anche più clienti». Roberta Pieraccioni, presidente del comitato via dei Neri, va dritta al punto: «Il Comune non ci ha dato nessuna risposta. Ci siamo dovuti dar da fare da soli. Tra l’altro qui mancano delle panchine, aree dove sedersi. Non c’è da meravigliersi se ci troviamo in questa situazione».

Dall'altra parte Tommaso Mazzanti dell’Antico Vinaio, un’azienda che conta 60 dipendenti, sta facendo il possibile: «Ho assunto due persone che puliscono la strada e un ragazzo per smistare le persone in fila. Sono nato qui e amo questa via, non voglio essere un disagio. Sto pensando a mappe per indicare le aree sosta dove poter mangiare e a un sistema conta persone o anche ad una app».

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