Dalla polvere al fumo Pusher anche a domicilio

La mappa del mercato, che si sposta assieme alle mode e alla movida. Resistono le piazze dell’eroina ma ora le ordinazioni passano via chat

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Un crogiolo di razze e un miscuglio di sostanze. Modalità di spaccio e di consegna che si adattano ai tempi e alle esigenze dei clienti. Dalle dosi di “roba“ nascoste in bocca degli “sparapalline“, fino alle ordinazioni via Telegram, con consegna a domicilio della coca. Benvenuti nel mondo più o meno sommerso dello spaccio, e Firenze non si sottrae ai tempi che cambiano.

Così, in una città che torna a riempirsi di turisti e movida - perché il lockdown e le restrizioni avevano mandato in crisi anche questo mercato -, ecco che le piazze tornano a vivere anche nel loro lato peggiore. Quello della droga.

Una mini globalizzazione ha cancellato anche la “fama“ di certe piazze. San Pierino, ad esempio, resta mercato prezioso per i venditori di stupefacenti, ma non è più la piazza delle siringhe. Anche se l’eroina resta presente, nel centro storico. Un bel colpo a quel traffico al minuto, lo hanno dato recentemente le indagini del commissariato di San Giovanni, che hanno documentato come i nigeriani avevano creato una rete di vendita tra i vicoli di San Lorenzo, con almeno un negozio a far da base logistica per le necessità di appoggio. Altro punto caldo è via Palazzuolo, dove la presenza degli spacciatori, a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella, porta con sé anche risse e degrado, come denunciano i comitati. E anche il triangolo Leopolda-Vittorio Veneto-ex teatro Comunale è una zona di passaggio, incontro e scontro, come testimoniano recenti cronache di risse e regolamenti di conti che hanno sempre - o quasi - questioni di droga a monte.

I pusher inseguono anche gli spostamenti della gente. Nel periodo estivo, si spostano sulle rotte del divertimento che virano in direzioni dei lungarni e Bellariva. Per poi tornare nei luoghi classici quando si accorciano le giornate. Le quattro stagioni dello spaccio domiciliano alle Cascine, specialmente intorno alla fermata Monni, dove la manovalanza a far da padrone è quella gambiana, e nei giardini della Fortezza da Basso, altra piazza bazzicata dai nigeriani.

L’arrivo di nuove leve dall’Africa ha fatto fare un salto di qualità, nella catena dei rifornimenti, ai nordafricani. Marocchini e tunisini stanno infatti diventando “grossisti“ soprattutto in materia di “fumo“ e stanno tentando di contendere anche lo scettro di padroni del mercato della cocaina alla mala albanese, organizzatissima nei rifornimenti via terra provenienti soprattutto dall’Olanda, prima tappa continentale (ma attenzione anche a Livorno) dei carichi in arrivo dal Sud America. Coca che, per la sua diffusione, è finita anche quella nelle piazze. Ma per clienti più esigenti e benestanti ci sono altri canali che non passano dalla strada, come le chat, e neanche dalle chiamate telefoniche a rischio intercettazione.

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