
Francesco Arca
Firenze, 28 luglio 2014 - E’ un sex symbol, uno dei nuovi protagonisti del cinema italiano. Ma è anche un ragazzo di inattesa modestia. E non per atteggiamento. “Devo ancora dimostrare tutto: sono all’inizio, ho molto da imparare”, dice convinto. Francesco Arca. Senese nell’anima, bronzo di Riace nel corpo. Addominali scolpiti, e tanta voglia di crescere. Rivelato da “Uomini e donne”, la trasmissione di Maria De Filippi, poi svelto a decollare con la televisione, interpretando le ultime due serie del Commissario Rex. Poi, il cinema. Ferzan Ozpetek lo sceglie come protagonista del suo ultimo film, “Allacciate le cinture”: e lui si conquista sul campo la stima di una critica non certo benevola verso chi proviene dalla tv del pomeriggio. Incontriamo Francesco Arca a Giffoni, nel festival di cinema per ragazzi più importante del mondo. E’ una prima volta per lui. “Non sono abituato ai festival, per me questo mondo è tutto nuovo”, dice. “E d’improvviso, mi sono trovato in mezzo a tanti ragazzi, investito da un’energia incredibile, da un entusiasmo straordinario. Il Giffoni Experience lo terrò sempre dentro di me”.
Ha un modello di attore a cui riferirsi?
“Sì. Io mi sento davvero alle primissime armi. Ma quando vedo Gian Maria Volonté e Mastroianni, capisco quali sono le vette di questo mestiere. Volonté è il mio preferito di sempre. Nel presente, ammiro moltissimo Vinicio Marchioni, Pierfrancesco Favino e Kim Rossi Stuart. Tutti attori che hanno molta tecnica, ma riescono a mantenere la verità, la naturalezza, l’istinto”.
Il suo sogno di attore qual è?
“Imparare la tecnica di questo mestiere, senza perdere la spontaneità. Perché è il mestiere più bello del mondo, questo. Che ti permette di essere uno, nessuno e centomila. Mi dovessero dire che non lo posso fare più, sarebbe un dolore enorme”.
Sarà nella nuova serie del “Commissario Rex”?
“Se, come sembra, è destinata a partire, sì. Devo incontrare a breve i registi, i Manetti bros., con cui mi sono trovato benissimo la scorsa stagione. Sono due registi che sanno sempre rinnovarsi, evitando i luoghi comuni”. In Toscana, lei ha girato un film dallo strano destino, “I calcianti” di Stefano Lorenzi… “Sì: un film che tuttora deve uscire. E’ un film sul calcio in costume, girato in luoghi che sono, di per sé, un film, da piazza Santa Croce a piazza Signoria. Spero che il pubblico possa vedere ‘I calcianti’ quanto prima”.