Criminalità Ora il pugno duro Mafia, droga e risse: sos Firenze "La mia nuova guerra ai reati"

Istituzioni e vertici di polizia, il summit alla Conferenza regionale di pubblica sicurezza. Il prefetto alza il tiro: "Centro rimpatri, stop infiltrazioni con banche dati e un protocollo rifiuti"

di Erika Pontini

Nel 2021 solo nel Fiorentino poteva essere espulsi qualcosa come mille autori di reato. Non clandestini qualsiasi ma irregolari che si sono macchiati di crimini ad alto impatto sociale (rapine, furti, spaccio, violenze) o richiedenti protezione che però hanno imboccato la strada del crimine. In percentuale infatti il 50% dei reati più odiosi è commesso da italiani, il 14% da comunitari mentre il 27% da soggetti che potevano essere imbarcati per un volo di sola andata nel paese di origine per cui esistono patti di riammissione con l’Italia. Come l’area del Magreb. La maggior parte degli indagati per droga a Firenze (40%) è di origine marocchina.

Ma l’anno scorso solo 7 stranieri sono stati accompagnati alla frontiera e 32 nei Centri per il rimpatrio a costo di personale, mezzi e risorse. E con posti sempre contingentati. Qualche questore anche in Toscana è quasi costretto a ’prenotare’ un posto nel centro prima di tentare un’operazione sul territorio. Nasce dall’analisi dei numeri il pugno duro del prefetto di Firenze, Valerio Valenti, di proporre l’istituzione in Toscana di un Cpr da una cinquantina di posti per togliere dalle strade gli immigrati che delinquono, garantendo maggiore sicurezza e lanciando un messaggio agli stranieri onesti. "Penso sia arrivato il momento di un piccolo Cpr per la Toscana come strumento efficace di contrasto. Non è destinato ai poveri immigrati che vogliono integrarsi", sottolinea.

L’occasione è la Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza. Ci sono tutti i prefetti della Toscana a Palazzo Medici Riccardi, insieme a questori, comandanti di carabinieri e Finanza, sindaci – a cominciare da Dario Nardella – ma anche il governatore Eugenio Giani e il procuratore della Dda, Luca Tescaroli. Ne usciranno quasi tutti concordi.

Due ore di confronto per fare il punto sulla criminalità diffusa, sulle infiltrazioni e sul nuovo patto per la legalità Prefettura-Regione che mira ad allargare la platea dell’intervento delle informative antimafia anche all’ambiente, a cominciare dai rifiuti. Nervo scoperto dopo la recente indagine sul Keu di cui accenna, nel suo intervento anche Tescaroli. "Non c’è un radicamento di organizzazioni criminali ma il fenomeno è strutturato, stabile e consolidato", dice Valenti. E va combattuto sulla soglia dell’arrivo dei milioni del Pnrr anche attraverso un’attenzione più alta e la costituzione di una banca dati che la Regione realizzerà attraverso la tessera sanitaria, nella quale confluiranno i dati dei soggetti presenti in cantiere. "La storia ci dimostra che l’infiltrazione – spiega il prefetto – non avviene nella fase dell’affidamento iniziale dell’appalto, ma nelle fasi successive dei subappalti".

Sul fronte crimine a Firenze invece, secondo Valenti, l’andamento è fatto "di luci e ombre". "Si associano – spiega – problemi di sicurezza reale, suffragata da dati statistici sui cosiddetti reati diffusi come lo spaccio di droga; alla percezione di insicurezza su cui incidono fenomeni come asserite baby gang, l’abuso di alcol, piccole risse, malamovida". Mentre sull’irrisolta questione Cascine per Valenti la problematica si è spostata "nell’area del Maggio e Porta al Prato, verso i viali". Un problema che "va affrontato".

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