Contagi in salita, si torna ai dati di dicembre "Solo la zona rossa può fermare la pandemia"

A dirlo Federico Gelli, direttore delle grandi emergenze dell’Asl Toscana centro. Palazzo Vecchio: nuove restrizioni in vista

di Ilaria Ulivelli

Lontani dai 2.787 casi del picco nella seconda ondata pandemica, registrato il 7 novembre. Ma gli 894 positivi di ieri sono il peggior dato registrato dal 4 dicembre scorso quando se ne conteggiarono 1.071. Purtroppo il virus continua a circolare e i dati sono in peggioramento costante ormai da tre settimane. La curva epidemiologica ha ricominciato a salire nella settimana compresa tra il 25 e il 31 gennaio, totalizzando il 20% di aumento rispetto a quella precedente, poi tra il primo e i 7 febbraio un nuovo incremento, del 15%.

Con un indice di contagio Rt medio di 1,06 si va verso la zona arancione, un passaggio obbligato nella fascia più restrittiva che dovrebbe essere ufficializzato oggi con l’ordinanza del ministero della Salute, sempre che abbia giurato, nel giorno dell’insediamento. Due settimane in arancione, se l’impianto semaforico verrà confermato e se la crescita dell’Rt nella settimana 28 gennaio-3 febbraio resterà sotto l’1,25, come sembra, altrimenti scatterebbe la zona rossa. L’unica utile a limitare la crescita. "Solo la zona rossa può fermare la pandemia, lo confermano i dati degli studi effettuati", spiega il direttore delle grandi emergenze dell’Asl Toscana centro Federico Gelli.

L’incremento del numero dei contagi riguarda anche la città metropolitana. Ieri sono stati 223 i nuovi positivi registrati. Se ne preoccupa il sindaco Dario Nardella che riconferma l’ordinanza sulle limitazioni alla movida anche per questo weekend. "E se necessario continueremo a mantenerla, soprattutto se il contagio, come in queste ore e in questi ultimi giorni, continua a crescere", annuncia Nardella parlando delle misure anti assembramento nelle zone più intensamente frequentate per gli aperitivi anticipati.

"Per questo fine settimana manteniamo l’ordinanza in Sant’Ambrogio, per stabilizzare la situazione in quella zona che resta la più esposta – avverte il sindaco – E’ evidente che se si dovessero muovere i flussi, noi saremo più veloci della movida e andremo a lavorare dove c’è il potenziale rischio di assembramenti".

La consapevolezza che il contagio non è fermo. E che sia necessario essere pronti a intervenire. "Non esistono regioni più negligenti di altre. Funziona a ondate – dice Nardella – Dopo un lungo periodo rosso la Toscana giustamente ha beneficiato di un lungo periodo di fascia gialla. Questo periodo evidentemente ha portato ad alcuni allentamenti e quindi alla prospettiva realistica di un ritorno in arancione. È un meccanismo che serve a tenere sotto controllo il contagio. La preoccupazione nostra riguarda le tante attività economiche che stanno soffrendo moltissimo".

Senza notizie certe, non si sbilancia sul colore della Toscana per la prossima settimana, il presidente della Regione, Eugenio Giani: "Il comitato tecnico scientifico si riunisce stamani, noi vediamo che i contagi aumentano, anche ieri più di 800". Sulle richieste dei ristoratori di far scattare la zona arancione lunedì per non perdere il pranzo di San Valentino, ribadisce che "non è mia competenza, sono convinto che il ministero della Sanità farà come ha fatto nelle scorse settimane". Se così sarà, niente pranzo di San Valentino.

Mentre il sindaco Nardella chiede che siano riviste dal governo alcune misure "ad esempio il divieto di asporto dalle 18 perché non mi pare causa di aumento del contagio". Certo è importante che "il governo abbia un occhio di riguardo sull’impatto economico che queste misure dei colori possono avere".

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