Covid, il Comune di Firenze rinvia 10 milioni di cartelle dei tributi

Il consiglio comunale ha approvato la variazione di bilancio. La Cosap slitta a giugno 2021

Federico Gianassi, assessore Comune di Firenze

Federico Gianassi, assessore Comune di Firenze

Firenze, 30 novembre 2020 - Il Comune di Firenze fa slittare 10 milioni di euro di cartelle su tasse comunali e tributi e interviene nuovamente sulla Cosap. Sono le principali novità della nuova variazione di bilancio, approvata oggi a maggioranza in Consiglio comunale, su proposta dell'assessore al bilancio Federico Gianassi. La manovra prevede la cancellazione della seconda rata dell'Imu in scadenza il prossimo 16 dicembre per gli immobili in cui si svolgono attività interessate dalle ultime misure restrittive imposte dal governo con il Dcpm del 24 ottobre scorso purché utilizzati direttamente per l'esercizio dell'attività dai proprietari: il valore dell'operazione è di due milioni il cui mancato introito, si spiega da Palazzo Vecchio, viene compensato con fondi del Governo previsti dal Dl Ristori.

Sulla Cosap la scadenza del 30 novembre è stata rinviata a giugno 2021 e anche in questo caso il valore è di due milioni. Palazzo Vecchio ha poi deciso di procedere con il rinvio delle cartelle sulle tasse comunali (Tari, Cosap, Cimp, Imu) per gli anni 2016, 2017, 2018, 2019, che vengono rinviate al 2021. È stato inoltre approvato un emendamento presentato da Gianassi per ratificare l'inserimento e la modifica di alcune poste di parte corrente 2020 che ratifica un incremento di entrate per oltre 6 milioni da maggiori contributi da Stato e Regione destinati a finanziare spese nel sociale per emergenza Covid e per progetti legati all'istruzione. «Con il cambio del quadro economico - ha detto Gianassi - siamo molto preoccupati per la tenuta sociale della città e abbiamo deciso il rinvio di cartelle, in coerenza anche con gli ultimi provvedimenti in tal senso del governo. Chiudiamo in un anno terribile il bilancio in pareggio e confermiamo gli impegni di spesa in favore dei cittadini. In più, come segno di attenzione per chi è in difficoltà, non chiediamo ora gli arretrati».

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