Tar Lazio: "La chiusura delle scuole è illegittima". Bocciati i Dpcm

Il Tar del Lazio dà ragione ai genitori del ‘comitato Ri(n)corriamo la scuola!’. Le famiglie: "Ora tracciamento dei contatti diretti: basta con le classi tutte in quarantena"

Protesta Dad

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Firenze, 6 ottobre 2021 - “Se la sentenza fosse arrivata velocamente, avrebbe costretto il governo a rivedere le sue posizioni e le scuole, lo scorso anno scolastico, non sarebbero state chiuse per così tanto tempo, senza evidenze scientifiche”. A dirlo è l’avvocato Giuseppe Delle Vergini, tra i genitori fiorentini riuniti nel ‘comitato Ri(n)corriamo la scuola!’.

Ebbene, il Tar del Lazio ha accolto il ricorso delle famiglie, che lo scorso 23 gennaio decisero di ricorrere contro il Dpcm allora in vigore in quanto, spiegarono i genitori, “lesivo di un diritto costituzionale, quale è quello all’istruzione. Si tratta di un diritto fondamentale che non può venire meno, sempre che non ci siano gravissimi motivi dettati da evidenti basi scientifiche”. Adesso, nella giornata di ieri, 5 ottobre, il Tar ha riconosciuto “che i decreti impugnati non risultano supportati da specifiche indicazioni del Cts né, peraltro, da studi orientati a verificare il ruolo dell’attività scolastica nella diffusione del contagio all’interno ed all’esterno dei plessi”, “essendo carente un’analisi di tipo epidemiologico in tal senso ed un’analisi tesa a verificare la possibilità di porre in essere misure contingenti straordinarie finalizzate a garantire agli studenti la frequenza in presenza dell’intero monte ore settimanale”.

In sostanza, è una "bocciatura" della chiusura delle scuole negli ultimi due anni, oltre che “una pronuncia che mette anche in evidenza l’inoperosità del governo, che non ha garantito la scuola in presenza”, si legge nella nota diramata dal comitato. Insomma, aggiungono le famiglie, “questa sentenza non può che suonare come monito per impedire future chiusure”.

“Noi in Toscana siamo stati piuttosto fortunati - prosegue Delle Vergini - ma in altre regioni è andata decisamente peggio. Nessuno di noi nega l’emergenza dettata dal Covid-19, ci mancherebbe altro. Però, quando tutto cominciava a ripartire e i nostri figli continuavano a essere relegati davanti a uno schermo, abbiamo sentito l’esigenza di alzare la voce”. E dopo questa “battaglia vinta” - anche se ormai il Dpcm impugnato è decaduto e dunque il Tar ha riconosciuto l’improcedibilità del ricorso - si respira aria di grande soddisfazione tra i genitori.

Il ricorso del ‘comitato Ri(n)corriamo la scuola!’ è stato il primo, tra i pochissimi accolti, ora le famiglie stanno dando battaglia affinché vengano modificati i criteri delle quarantene a scuola. Il comitato ha consegnato al Ministero della Salute una bozza di protocollo. In sostanza, le famiglie chiedono un “protocollo unico nazionale che si basi su evidenze scientifiche, ovvero sul tracciamento dei contatti diretti, quindi dei compagni di banco”. Insomma, “basta con le classi tutte in quarantena”. “Non può andare a casa un intero istituto perché un collaboratore scolastico è risultato positivo”.

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