Centro per i rimpatri in Toscana, il ministro dell'Interno: "Pronti a investire"

C’è un dossier: la struttura non sarà a Firenze, già individuata un’area. "Ne devo parlare con Giani"

Firenze, 14 gennaio 2023 - Il Centro di permanenza per i rimpatri prende forma, in Toscana: non sarà a Firenze e nemmeno in provincia. E anche se ieri il dossier non era sul tavolo del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduto dal ministro Matteo Piantedosi, accompagnato dal capo della polizia, Lamberto Giannini, dal titolare del Viminale arriva un avallo forte.

"Faremo di tutto per condividere il progetto di un Centro di permanenza per i rimpatri e siamo pronti a investirci risorse importanti: è una proposta che arriva dal territorio che appoggeremo. E’ dimostrato che i Cpr sono efficaci: si riescono a rimpatriare oltre il 50% degli ospiti contro appena il 2% di quello che avviene sul territorio ma dobbiamo parlarne con la Regione e il presidente Giani non era presente". Contatti in tal senso sono già in corso con il governatore che, nelle settimane scorse, si era detto possibilista. Matteo Biffoni aveva dato l’ok (con alcune condizioni) è "Se la politica è forte e compatta saprà resistere" e il centrodestra aveva esultato.

Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi

Un possibile luogo strategico è stato già individuato. Ma serve condivisione e non tutte le anime Pd sono favorevoli al Cpr, come emerso all’indomani del progetto che porta la firma dell’allora prefetto Valerio Valenti, oggi capo del Dipartimento per l’Immigrazione.

Da Piantedosi arriva l’ok anche alla creazione di hub regionale per i minori non accompagnati che, a differenza di ciò che avviene per i migranti adulti, non seguono quote distribuite nelle regioni ma arrivano alla spicciolata soprattutto nelle città capoluogo. A Firenze sono già quattrocento, la metà di quelli che sono nella regione ma il comune non ce la fa a gestire da solo questa mole di arrivi nonostante gruppi appartamento, Cas e Sal. Molti sono adolescenti provenienti dall’area dei Balcani anche se i casi più recenti riguardano ragazzini di Pakistan, Bangladesh e Tunisia e Egitto.

"E’ un’idea utile e intelligente che cercheremo di realizzare e di farne un modello da esportare", sottolinea Piantedosi. Perché in questo caso serve una struttura ministeriale e Firenze, con l’assessore Sara Funaro, è pronta ad ospitarla in città. Una "gestione ordinata" del fenomeno consentirebbe, secondo il ministro, di capire meglio alcuni retroscena del fenomeno.

"Questa materia è regolata da una legge di grande civiltà ma che sconta alcuni probabili utilizzi strumentali su cui cercheremo di sviluppare delle riflessioni: molto spesso abbia registrato flussi soprattutto da alcuni paesi di persone che vengono in qualche modo avviate sul nostro territorio in città come Firenze e Bologna, al fine di essere beneficiari di percorsi di integrazione. E’ un settore delicato e quindi molto complicato trovare il punto di equilibrio fra il doveroso riguardo verso categorie così importanti come quelle dei minori e la gestione di cose strumentali". "E’ stato un confronto e collaborativo, siamo contenti che la nostra proposta sul tema dei minori sia stata accolta favorevolmente", sottolinea l’assessore Funaro.

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