OLGA MUGNAINI
Cronaca

Cappella Brancacci, nuova vita. Tre anni di restauri per tornare a far splendere il Rinascimento

Anche uno studio approfondito sull’opera dipinta da Masolino, Masaccio e Filippino Lippi alla scoperta di ulteriori chiavi interpretative. Nudità di Adamo ed Eva coperte da fronde.

Cappella Brancacci, nuova vita. Tre anni di restauri per tornare a far splendere il Rinascimento

Cappella Brancacci, nuova vita. Tre anni di restauri per tornare a far splendere il Rinascimento

Tre anni di restauro per restituire l’antica brillantezza dei colori, solidità alla pellicola pittorica, scoprire ulteriori interpretazioni e persino trovare nuove metodologie di conservazione. La Cappella Brancacci, all’interno della Chiesa di Santa Maria del Carmine di Firenze, fu dipinto da Masolino e Masaccio fra il 1424 e il 1428, diventando da subito uno degli esempi più elevati di pittura del Rinascimento fiorentino.

Per varie vicissitudini attraverso i secoli, quello “scrigno“ di affreschi non ha mai avuto vita facile. E numerosi sono stati gli interventi di restauro effettuati nel corso del tempo.

Uno dei più importanti si è concluso da poche settimane con un innovativo intervento di consolidamento, e ripulitura dei capolavori quattrocenteschi di Masaccio, Masolino e, cinquant’anni dopo, di Filippino Lippi.

Un intervento sostenuto dalla Fondazione Friends of Florence e da Jay Pritzker Foundation, che ha visto la sinergia fra il Servizio Belle Arti del Comune di Firenze, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Opificio delle Pietre Dure.

Dal restauro agli affreschi sono emerse nuove ipotesi di ricostruzione dell’immagine originaria dei dipinti: "Grazie ad alcuni strumenti diagnostici innovativi si è potuta individuare la presenza di tracce di un elemento chimico che contiene un pigmento che ad oggi è scomparso – ha spiegato Alberto Felici, funzionario della Soprintendenza – Dietro il fondo e sul corpo di Adamo e Eva di Masolino ci sono tracce di pigmento usate per dipingere un bosco e delle fronde che in parte coprivano le nudità. È un dettaglio non da poco perché ci restituisce immagine molto diversa dall’attuale. Ora, questo dato scientifico dovrà essere messo in relazione con il dato storico e artistico per formulare da qui al 2025 ipotesi puntuali".

Entro la prossima primavera sarà organizzato infatti un convegno in cui saranno divulgati tutti i risultati dell’analisi e le ipotesi interpretative.

L’intervento complessivo di restauro sulle opere della Cappella Brancacci è stato promosso dopo che nel novembre 2020 è stata verificata la presenza del distacco di un piccolo frammento di pellicola pittorica dalla scena con la Disputa di Simon Mago dipinta da Filippino Lippi.

Il restauro si è fondato su un lavoro approfondito di conoscenza dell’opera, a partire da un accurato studio delle superfici del ciclo di Masolino, Masaccio e Filippino Lippi. Il lavoro svolto in questi anni sulla Cappella Brancacci ha inoltre consentito di definire strategie per il monitoraggio futuro dell’integrità delle strutture e del deposito della polvere sulle superfici.