STEFANO BROGIONI
Cronaca

Spese pazze coi soldi dell’eredità. Canile del Termine, presidente rischia il processo

Chiesto il giudizio per l’anziana amministratrice: deciderà il giudice

Carabinieri e Forestali nel blitz al canile del Termine del luglio scorso

Firenze, 1 ottobre 2018 - Con i soldi dell’eredità al canile del Termine sarebbero state pagate le assicurazioni di alcuni volontari, il soggiorno in uno stabilimento balneare, un assegno da 40mila euro. Ma assieme all’appropriazione indebita, la procura contesta alla presidente della Onlus, Cosetta Mazzoni, anche alcuni falsi nei verbali, che avrebbero consentito all’associazione di volontariato ‘Amici del cane e del gatto’ di costituire una srl per utilizzare i circa due milioni di euroricevuti in eredità dalla signora Giovannini. Appuntamento il 28 novembre, davanti al gup Alessandro Moneti, per chiarire una questione che ha spaccato i volontari che operavano al canile di Sesto Fiorentino, culminando in un esposto, presentato mesi addietro dagli avvocati Giovanni Giorgetti, Marco Antonio Vallini e Giovanni Marchese, che è la base del procedimento penale in corso. Ma proprio in quelle pagine si ipotizzava pure che la 77enne Mazzoni, oggi imputata, non fosse la reale mente dell’operazione immobiliare alla base dei veleni.

IL PM Leopoldo De Gregorio, che mesi addietro ordinò anche un sopralluogo della polizia giudiziaria nella struttura del Termine, contesta alla Mazzoni di aver indotto all’errore il notaio Simona Cirillo, che autenticò il verbale dell’assemblea del 14 aprile 2017. Il falso sarebbe consistito nell’aver «aggiunto la dicitura che l’Onlus aveva autorizzato alla costituzione della società Paco Srl e precisamente all’utilizzazione a tale scopo della somma di denaro lasciata in eredità». In quel verbale ci sono anche le firme di chi avrebbe approvato quella delibera. La Paco srl è la società immobiliare costituita dopo la riscossione dei soldi ereditati, di cui risulta intestataria la Mazzoni, con cui sono stati acquistati un appartamento in via Faentina, zona Caldine, del valore di 130mila euro e un capannone in via Livorno al costo di 380mila euro. Gli atti di compravendita sono stati entrambi firmati da lei. Ma nell’inchiesta sono finiti anche alcuni pagamenti “allegri”, con assegni che risultano anch’essi emessi dalla presidente dell’Associazione Amici del cane e del gatto. Assegni che hanno finalità, dice l’accusa, «che esulano dalla scopo dell’associazione». Il 31 luglio 2017, la Mazzoni stacca un assegno da 1000 euro al bagno Adua «volto a coprire le spese di soggiorno presso tale struttura del conoscente Roberto Pelosi». Il 5 settembre 2017 Piero Bini beneficia di 40mila euro; tra il 14 giugno e il 1 agosto, altri due assegni di 4175 euro e 1633 euro «con beneficiario agenti Vittoria Assicurazioni per pagare le polizze stipulate in favore di R&M sn di Pelosi Fabbriciani & co, D’Alessio Claudia, Bini Piero, Vannucchi Roberto e Canile del Termine». Altri due assegni da 1299 e 524 sono stati addebitati il 4 e il 21 luglio dell’anno scorso «con beneficiario Centro Servizi auto srl per pagare le fatture emesse a favore di R%M srl di D’Alessio Claudia, Canile del Termine e società Ennetivu», un’altra ditta, quest’ultima sempre intestata alla Mazzoni. Pagati anche 285 euro all’Agente Italiana Assicurazioni spa «per la polizza di veicolo intestata a Vannucchi Roberto».