Macché élite, il golf è sport per tutti

Camilla Tolomei: per la prima volta all’Ugolino una donna eletta presidente

Camilla Tolomei di Lippa nella sua casa sul Lungarno Acciaiuoli (New Press Photo)

Camilla Tolomei di Lippa nella sua casa sul Lungarno Acciaiuoli (New Press Photo)

Firenze, 18 maggio 2018 - La prima  donna presidente di un golf club toscano è lei: Camilla Tolomei di Lippa. In Italia sono pochissime le signore che ricoprono certi incarichi. C’è Allegra Agnelli a Torino, Amelia Lolli Ghetti a Margara vicino ad Alessandria. Una piccola rivoluzione sul green con la peculiarità che Camilla Tolomei non è proprietaria del Golf dell’Ugolino, ma che anzi, è stata votata attraverso una lista che ha asfaltato la vecchia guardia con ben 279 voti contro i 140.

Camilla la passione è diventata una professione?

«Gioco a golf da una vita perchè sono un’atleta. Questo incarico è nato un po’ per caso, con amici di infanzia che mi hanno chiesto di candidarmi in una lista di persone più giovani e che conoscessero la realtà del golf dell’Ugolino. L’obiettivo è di farne un campo da elevare tra i più grandi d’Europa». Ed è andata bene. «Sì. Non me lo aspettavo neppure io. Oggi abbiamo un arbitro internazionale di golf molto preparato che sa tutto del green anche tecnicamente. Ho fatto bene a mettermi in gioco. Ma avevo sempre detto di no».

Perché? 

«Ero molto occupata col mio lavoro e nessun tempo per fare altre cose. Ma ci sono momenti nella vita che ti senti pronto anche perchè l’impegno quotidiano lo prendi in una maniera diversa e quindi si aprono spazi».

Camilla, la sua mamma è Miuta Pontello, famiglia proprietaria della Fiorentina per un lungo periodo.

«La Fiorentina è un’altra cosa che che mi appassionava. Oggi ho il piacere di vedere Giancarlo Antognoni all’Ugolino a fare gare di golf e la memoria mi riporta a quei tempi. Non chiedermi se seguo ancora la Fiorentina: non lo faccio più. Ma nel mio cuore resto tifosa viola un po’ innamorata».

Avere una squadra di calcio – e che squadra – non è esattamente da tutti.

«I tempi in cui era nostra sono stati fantastici. Nel bene e nel male. Ti ricorderai il famoso ’82 che arrivammo secondi, con uno scudetto perso pareggiando a Cagliari e con la Juventus che vinse a Catanzaro. A disanza di anni, ho ancora questo senso di incredulità per non aver vinto con la vittoria in mano. Un fatto vissuto dai tifosi osannando la squadra davanti a casa nostra, in Piazzale Donatello. Stessa enfasi in negativo la ricordo per la vendita di Baggio: tifosi infuriati, la città a ferro e fuoco. E davanti a casa, non ti dico. Avevo paura. L’epilogo fu che poi, dopo poco, i miei venderono la Fiorentina. Ma capisco bene lo spirito di questa città perchè è il mio: dalle stelle alle stalle».

Lei lavora come consulente ed è lì che ha trovato l’amore.

«E’ stata una cosa strana: si è girato in positivo un evento negativo, cioè il fallimento della Pontello dove ho lavorato da subito dopo la laurea in Economia e Commercio. Arrivarono dei professionisti da Milano chiamati dai miei zii. E quando la Pontello è stata chiusa, con non poca sofferenza, mi sono ritrovata lontana da Firenze in una società di consulenza tra ansie e dispiaceri della famiglia. Ed è lì che ho trovato Luca Amedeo Ramella, mio marito. A volte accade».

Com’è accaduto? «Era arrivato a casa nostra con un professore perchè ci aiutasse in quel momento difficilissimo. Ci siamo conosciuti così. Ora, dopo anni, posso dire che è un uomo speciale, sempre al mio fianco, che non si mette in competizione, ma che condivide i miei successi. Per me ha pure iniziato a giocare a golf».

Un ricordo? «Quando con mia nonna Marcella, esperta di opera e musica classica, andavamo in Por Santa Maria dalle Cirri per comprare i vestiti ricamati per il compleanno. Oggi se passo di lì vedo solo pizze a taglio e gelati finti. Una tristezza».

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