Il giallo dell'ingegnere morto nel cortile del condominio: ipotesi sciacallo

Firenze, 4 maggio 2018 -  L'ombra  di uno sciacallo. Non si spiegherebbe altrimenti, il misterioso ammanco dei 750 euro appena prelevati dall’ingegner Andrea Palermo, 76 anni, morto sabato scorso per quella che sembra – il condizionale è d’obbligo - una caduta dalla bicicletta.

Ma i poliziotti della squadra mobile, coordinati dal pubblico ministero Concetta Gintoli, sono al lavoro sul caso. Perché sono molti gli aspetti che non convincono. Tant’è che tra le ipotesi che restano in ballo, c’è anche quella della rapina finita male.

Anche se ad affievolire questa versione ci sono proprio le anticipazioni dell’esame autoptico effettuato lunedì scorso su ordine della procura. Le ferite alla testa dell’ingegnere, professionista stimato e amato dalle figlie, sarebbero infatti compatibili con una caduta dalla bicicletta, avvenuta nei pressi del condominio di viale Gramsci in cui abitava l’ingegnere e in cui sono intervenuti sabato gli agenti della municipale e i soccorritori del 118 pensando che si trattasse di un sinistro stradale.

Le verifiche della squadra mobile si concentrano adesso sulle telecamere, disseminate lungo il percorso compiuto da Palermo tra la banca e la sua abitazione. Un dato è certo: aveva prelevato in banca 750 euro, lo certifica uno scontrino rinvenuto dagli inquirenti, e di quei soldi non c’è traccia. Come è possibile?

A questo punto, si profila la possibilità che l’uomo possa essere stato derubato quando non era più in grado di difendersi. Una ipotesi sconfortante quanto quella della rapina finita in tragedia. La famiglia smentisce infine che l’ingegnere avesse problemi di salute e che recentemente avesse riportato cadute dovute alle vertigini. La determinazione dei suoi cari impone che sulla morte dell’uomo siano fatti tutti gli accertamenti del caso.