Brividi per la voce incisa nel 1904 Villa Caruso incanta tutti i visitatori

In tanti a Bellosguardo per il tour nella residenza prediletta dal grande tenore

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di Fabrizio Morviducci

La passione per l’arte e la cultura, la passione per l’estate. Non si sono fatti intimidire dal traffico folle che affligge questo quadrante di area metropolitana, i visitatori arrivati a Villa Caruso per l’inaugurazione dell’Arcobaleno d’estate, ma anche per godere di uno dei luoghi più belli e nascosti della provincia di Firenze. Accolti da Silvia Bazoli e Carmine Sanchirico dell’Associazione Villa Caruso è stato possibile attraversare le stanze della villa di Bellosguardo attraverso il percorso museale che racconta la vita e le gesta di questo grandissimo della musica.

Villa Bellosguardo un tempo era stata la residenza prediletta dal grande tenore che nel 1906 intravide in questo spazio incontaminato nelle campagne toscane la possibilità di vivere serenamente non appena ritiratosi dalle scene con la famiglia. Quel sogno non si realizzò mai, tuttavia, il tenore continuò a dedicare una cura costante alla tenuta, proseguendo gli iniziali progetti di ripristino e valorizzazione. Sette anni di cantieri nei quali Caruso si dedicò all’arredamento di ogni stanza, e commissionò opere d’arte ai maggiori artisti contemporanei insieme a oggetti d’arredo, orologi antichi e preziosi.

E in questa passeggiata attraverso le stanze è emersa tutta la magia e la storia che un artista come Enrico Caruso è ancora in grado di raccontare.

I primi a visitare il museo sono stati due nostri affezionati lettori Marisa Morlupi e Fabrizio Salocchi. "Eventi come questo sono importantissimi – hanno detto – questo territorio nasconde delle bellezze che è fondamentale conoscere".

"Bellissimo il museo con i suoi cimeli. – proseguono – Ma il momento più emozionante è stato quando abbiamo sentito la voce di Caruso. Un momento particolarmente toccante, pensar che era stata incisa nel 1904".

Il progetto museale ideato per il Museo Enrico Caruso presso Villa Bellosguardo punta proprio sull’idea di far vivere al visitatore un incontro diretto con l’artista. Percorrendo le sale della sua casa se ne apprende la storia. Potenziando ed amplificando le peculiarità già insite nel luogo, i cimeli e i documenti sono presentati attraverso supporti di tipo tradizionale e con l’ausilio di tecnologie interattive multimediali, e sono armonizzati all’interno del percorso museale.

Ecco come i visitatori sono potuti entrare in empatia con il grande Caruso grazie a questo museo che non conserva e mostra cimeli, ma piuttosto riuscire a portare il visitatore ad un atteggiamento di fruizione attiva e consapevole dei luoghi per l’arte.

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