"Bekaert, la nuova proprietà riassume tutti"

Pur se il nome resta top secret il sindacato è riuscito a parlare con i responsabili del futuro dello stabilimento oggi abbandonato

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di Manuela Plastina

"Cauto ottimismo" lo ha definito la sindaca di Figline e Incisa Giulia Mugnai. E con cauto ottimismo ex lavoratori, sindacati, istituzioni e cittadini hanno accolto la notizia della firma di un contratto preliminare di acquisto del sito della Bekaert, ex Pirelli, del Valdarno. Laddove si producevano fili di acciaio per pneumatici, oggi c’è solo un grande sito abbandonato ormai da troppo tempo, col rischio che si trasformi in uno scheletro di cemento a rischio ambientale. Se il nome dell’investitore resta top secret, in attesa che sia lui stesso a uscire allo scoperto, sembra che il progetto industriale sia legato alla filiera dell’idrogeno.

Valerio Fabiani, consigliere regionale delegato alle crisi industriali, ha parlato con la potenziale azienda acquirente. "Si è resa disponibile di incontrare innanzitutto istituzioni e sindacato, e, nel caso in cui l’operazione vada a buon fine, avvierà le assunzioni chiamando i 26 lavoratori ex Bekaert ancora senza una nuova occupazione e anche quelli pur ricollocati in altre aziende, ma ancora a tempo determinato", assicura il consigliere.

La collega Elisa Tozzi (Toscana Domani) vuole chiarimenti ulteriori: si dice "soddisfatta per la firma del contratto preliminare di acquisto", ma la partita specie sul fronte occupazionale "è ancora aperta. Per questo continueremo a monitorare l’evoluzione della vicenda e chiederemo di approfondirla in Regione". I sindacati confederali sono unanimamente contenti della notizia, pur chiedendo garanzie sul canale privilegiato di assunzione di chi già lavorava alla Bekaert e che nel frattempo non ha ancora trovato lavoro: sarebbero in 26 coloro che sono tuttora in cerca di un’occupazione, ma quasi un centinaio in totale quelli senza contratto a tempo indeterminato.

La Uilm si augura che sia il primo passo per la ricucitura di quella "ferita sociale ancora drammaticamente presente sul territorio" lasciata dal licenziamento di tanti lavoratori e per invertire "una progressiva dismissione ed abbandono industriale ed economico che negli ultimi anni sta subendo non solo il Valdarno, ma tutta la Regione". Augura anche sia un inizio "per tornare a parlare di politica industriale ed a fare industria e sviluppo sul nostro territorio".

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