Addio Beatrice, il Valdarno resta senza la sua voce

Ieri il funerale della giornalista Beatrice Torrini, era corrispondente del nostro quotidiano, appassionata enologa, esperta di comunicazione

Beatrice Torrini

Beatrice Torrini

Figline Valdarno, 27 dicembre 2020 - Non ci sono risposte, restano le domande, sospese nel vuoto di una giornata uggiosa, e triste come i cuori di chi piange Bea. Non ci sono neppure parole, rimane lo sconcerto per una tragedia senza preavviso che nella notte della Vigilia ha sconvolto il Valdarno.

Beatrice Torrini, 42 anni appena, giornalista e corrispondente de La Nazione, esperta di comunicazione con la passione per l’enologia, ci ha lasciato nel cuore della notte, tra giovedì e venerdì. "Domattina prepariamo il dolce di Natale insieme", aveva detto al compagno Ettore poco prima di addormentarsi. "Buona notte". Non lo è stata, assolutamente no. Un malore improvviso, silenzioso, ha fermato il suo cuore, spegnendo per sempre i suoi sogni e trasformando in un incubo il futuro di chi le stava vicino.

"Tutti noi, in queste ore, ci siamo posti gli stessi interrogativi, ma non si possono trovare risposte adeguate, io non ne ho", ha detto don Simone, che ieri ha celebrato la funzione funebre nella chiesa di Santa Maria Regina a Matassino, pochi metri dalla casa dei genitori. "Oggi ho scelto di indossare la casula bianca, e non quella viola tradizionale – ha spiegato il parroco – perché è il colore della speranza, della tenerezza, della serenità, il colore che meglio rappresenta Beatrice".

La Bea, così per le amiche e per noi che ricevevamo le sue cronache, aveva iniziato a scrivere per La Nazione nell’estate di due anni fa. Alle spalle aveva un passato di collaboratrice al Corriere di Firenze , oltre che di consulente in comunicazione, specializzata nel settore vinicolo. Rimase sorpresa quando la cercammo. In breve la soddisfazione di poter scrivere sul nostro quotidiano, divenne pari alla nostra di poter pubblicare i suoi articoli. "Era felice come una bambina quando si metteva al computer per raccontare storie e fatti dai quattro Comuni del Valdarno che le erano affidati. E leggeva e rileggeva i pezzi, perché ci teneva ad essere precisa", ha ricordato al termine della cerimonia il compagno, Ettore Ciancico.

"Felicissimo era pure il momento che stava vivendo – ha detto lo zio, Leonardo Torrini – per le difficoltà che era riuscita a superare, per il giornalismo che aveva nuovamente catturato il suo impegno, per la terra e il vino che ben conosceva e tanto amava, e per la serenità che aveva riconquistato". La Bea, la sua voce, la voce delle persone che raccontava, mancherà, mancherà alle nostre pagine, ai lettori, a tutti. Rimarranno le domande senza risposte. Al babbo Marco, a mamma Miralba, al fratello Simone, a Ettore, giungano le condoglianze de La Nazione.

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