Bar Curtatone, chiuse le indagini per i fratelli Sutera e 4 prestanome

I fratelli Sutera erano ritenuti i titolari di fatto della proprietà del bar Curtatone

Omicidio a Milano, i carabinieri hanno subito rintracciato un sospettato

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Firenze, 9 novembre 2018 - La Procura di Firenze ha notificato oggi gli avvisi di chiusura indagini a sei persone coinvolte nei fallimenti delle società che negli anni erano state costituite per assumere la titolarità del bar Curtatone, locale nel centro del capoluogo toscano. Tra i sei indagati figurano anche i fratelli siciliani Giovanni e Renato Sutera, rispettivamente di 60 e 56 anni, ritenuti i titolari di fatto della proprietà del bar Curtatone. Gli altri quattro indagati sono Luigi Morelli, 66 anni, Elton Hoxha, un albanese di 33 anni, Annunziata Rizzo, 51 anni, e Giuseppe Ferrigno, 53 anni. Tutti e sei sono accusati di bancarotta fraudolenta in concorso, mentre ai due fratelli Sutera e a Hoxha viene contestata anche la truffa ai danni dello Stato per aver ottenuto con raggiri nei confronti dei funzionari dell'Inps l'indennità di disoccupazione che non gli sarebbe spettata.

L'indagine era scaturita nell'ambito un'inchiesta della procura distrettuale antimafia di Firenze su una presunta associazione per delinquere finalizzata alla coltivazione in Spagna di ingenti quantitativi di marijuana da importare e commercializzare in Italia, che nel marzo scorso aveva portato all'arresto anche dei due fratelli siciliani. Secondo gli inquirenti, i fratelli Sutera avrebbero costituito società commerciali fittizie, intestate a prestanome, per schermare la titolarità e comunque la disponibilità effettiva del bar, a loro pienamente riferibile. Le società di volta in volta venivano fatte fallire, omettendo sistematicamente di versare i contributi previdenziali e le imposte. Giovanni Sutera, esponente di una cosca mafiosa, era stato condannato all'ergastolo perché riconosciuto colpevole dell'omicidio di un gioielliere fiorentino e dell'omicidio della diciassettenne Graziella Campagna, avvenuto a Villafranca Tirrena (Messina) nel 1985.

Al momento dell'arresto 27 marzo scorso Giovanni Sutera godeva della libertà condizionale che poi gli è stata revocata dal Tribunale di sorveglianza di Firenze. Il bar Curtatone è stato sottoposto a sequestro preventivo e, contestualmente, è stato nominato un amministratore giudiziario.

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