Artigianato: crisi senza fine. Boom di cassa integrazione

"Bisogna ripensare il modello di business e offrire sostegni al credito", dice Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana

Artigianato

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Firenze, 9 agosto 2021 - Non gode per nulla di buona salute il comparto artigianale della nostra regione. Rappresenta il 7,8% delle imprese italiane, ma ‘consuma’ il 13% della cassa integrazione dell’intero Paese. È preoccupante il dato che fa emergere la Cna Firenze Metropolitana. Il Fondo di Solidarietà Bilaterale alternativo per l’Artigianato ha erogato, tra aprile, maggio e in qualche caso anche giugno, 26milioni e 860mila euro in termini di pagamenti della cassa integrazione, che ha riguardato oltre 21mila lavoratori. Complessivamente, fa notare Cna, il Fondo ha distribuito oltre 206milioni di euro: 76 della tranche di finanziamento della cassa integrazione per Covid stabilita dalla legge di stabilità e 130 di quella del Decreto Sostegni.

“Il personale in cassa integrazione è in diminuzione, ma le prospettive non sono affatto rosee. I dati sono in calo, ma non in modo così forte e, soprattutto, la percentuale dei lavoratori sospesi sul totale della forza lavoro in Toscana è più che doppia rispetto alla media nazionale – commenta Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana –. Inoltre, basta fare due semplici calcoli: la nostra regione, con oltre 100mila imprese artigiane attive, rappresenta il 7,8% del totale nazionale dell’artigianato, ma ha avuto bisogno e ha consumato circa il 13% della cassa integrazione messa a disposizione con questi ultimi pagamenti per l’intero paese. C’è di che preoccuparsi e riflettere sul futuro della nostra regione”.

Insomma, l’artigianato toscano dopo lo shock senza precedenti innescato, oltre un anno fa, dalla pandemia, stenta a ripartire. Le ripercussioni negative dell’ondata pandemica sono profonde e diffuse (-26% di fatturato nel 2020, dal-19,3% di Siena al -31,7% di Livorno, con Firenze a -27,7%) e le indicazioni per il 2021 degli imprenditori artigiani non appaiono particolarmente rassicuranti. Anche se le previsioni sull’andamento del fatturato sono mediamente positive (+2,6%), il recupero atteso è pari a circa un decimo di quanto perso nel 2020. La fase di ripresa sarà inoltre tutt’altro che generalizzata, risultando circoscritta a poco più di una impresa su dieci e caratterizzata da forti asimmetrie. Netti i divari territoriali in base all’Osservatorio Ebret, con sei province in recupero (+10,1% di fatturato 2021 sul 2020 per Lucca, +9,1% per Massa Carrara, +8,2% per Firenze, +3,4% per Prato, +1,3% per Pisa, +1,1 per Siena) e le rimanenti quattro ancora in fase recessiva (-14,5% per Livorno, -10,0% per Pistoia, -5,7% per Grosseto e -2,1% per Arezzo).

Le soluzioni?

Ripensare il modello di business. Basti pensare alle aspettative delle imprese per il 2021: quelle più strutturate (con almeno 10 dipendenti) attendono un incremento di fatturato del +13%, quelle più piccole una diminuzione dell’1,6%. E sostegni robusti al credito: imperativo è che la Regione Toscana strutturi in maniera adeguata i fondi a sua disposizione, non disperdendoli in mille rivoli inefficaci” conclude Cioni.

 

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