OLGA MUGNAINI
Cronaca

Alessandro Benvenuti è Falstaff : "Così diverso da me, una bella sfida"

Domani in prima nazionale al Niccolini di San Casciano la messinscena con la regia di Ugo Chiti

Alessandro Benvenuti è Falstaff : "Così diverso da me, una bella sfida"

Alessandro Benvenuti è Falstaff : "Così diverso da me, una bella sfida"

Con William Shakespeare si può ridere, ma un po’ di dramma c’è sempre. E anche in questo "Falstaff a Windsor", scritto da Ugo Chiti per il carisma di un attore, e non solo, del calibro di Alessandro Benvenuti, c’è un po’ tutto: ci si diverte, ma alla fine non manca il sorriso amaro della vita. Lo spettacolo, in prima nazionale, è in programma domani e giovedì (ore 21) al Niccolini di San Casciano dove il sodalizio Chiti-Benvenuti si completa con gli attori dell’Arca Azzurra Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Paolo Cioni, Paolo Ciotti, Elisa Proietti.

Alessandro Benvenuti, di nuovo in scena con un adattamento e regia di Ugo Chiti.

"Sì, ’Falstaff a Windsor’ è la fine di una trilogia dedicata all’antieroe, iniziata con ’Nero Cardinale’ del 2002 che era un testo originale di Chiti dal sapore del ’classico’, e che è proseguita qualche anno fa con ’L’avaro’ di Molière. E si conclude con ’Falstaff’ che prende spunto da ’Le allegre comari di Windsor’ per quanto riguarda gli aspetti farseschi, ma attingendo poi anche dai drammi storici Enrico IV e Enrico V sempre di Shakespeare. Questa è l’origine dell’ultima scommessa teatrale".

E’ vero che il personaggio è riscritto proprio su di lei?

"E’ così, anche se non ci può esser un personaggio più lontano da me come uomo, di Falstaff, da tutti i punti di vista".

Per esempio?

"Dal rapporto con le donne, per il gusto dell’apparenza, la sbruffoneria, la gigioneria. Tutti modi lontani dal mio stare al mondo...".

Allora perché le ha dedicato questo ruolo?

"Perché Ugo è così. E perché secondo lui, proprio il fatto che io sia così lontano fisicamente e individualmente da Falstaff, la vedeva come una bella sfida. E io sono abbastanza d’accordo con lui. C’è poi un lato più dolente, più sensibile del personaggio che si scopre soltanto alla fine. E’ uno spettacolo che mescola infatti grande divertimento e leggerezza a temi che sono più profondi, più vicini alla mia caratteristica anche di drammaturgo, oltre che di attore. Più simile a quando scrivo per me stesso".

E quindi cosa ne viene fuori?

"Mescoliamo la farsa delle ’Allegre Comari’ a nervature più spirituali e più drammatiche degli altri due testi. È come se Chiti si fosse messo di pari passo a seguire con rispetto le tracce di Shakespeare, ma poi a un certo punto, come è giusto che sia, avesse deviato per le sue strade. Del resto Ugo è un autore di grande spessore ed è logico che abbia espresso la sua creatività su questo personaggio. Dedicandomelo".

Dopo San Casciano una lunga tournée...

"Giriamo da Nord a Sud l’Italia. Compresa la tappa a Siena dove apriamo la stagione del Teatro dei Rinnovati di cui sono direttore artistico. E poi in ’Falstaff’ ho il piacere di avere con me Paolo Cioni, col quale divido da dieci anni ’I delitti del Bar Lume’ e che sempre Ugo Chiti aveva scelto per il ruolo del suo “Pinocchio“".