Qualcuno sostò in Oltrarno nel nido di Cuculia

Firenze, 28 settembre 2020 - Volare su Santo Spirito, scendere in via dei Serragli e sostare nel nido di Cuculia, il regno dell'arte temporanea dei cibi, lo 'still life' degli alimenti preparati con la cura di Arcimboldo, su supporti di pietra che porgono tonno e anguria piccante, perle di miele all'eucalipto, germogli di foglia d'ostrica, una "trilogia" di pomodori, cui fanno seguito tortellini ripieni di avocado e, ancora, carré d'agnello in crosta di di pistacchio su crema di pere e, dulcis in fundo, bottoni all'albicocca. Ma Roberta Del Prete e lo chef Oliver Betancourt, col supporto del barman Cristian Guitti di 'Bitter Bar', riescono ad abbinare ogni portata con un cocktail. È l'esplorazione da loro operata del “food pairing”, la difficile arte dell'abbinamento che trova nel cocktail il giusto conforto per il palato, dal 'Conte bordiga' al 'Rosso di sera'.

Poetando ma non troppo si parla a riguardo anche di "emotional food", in una cornice elegante, senza luci invasive, che si appoggia sulla presenza di libreria con volumi ben selezionati secondo il genere e le proposte d'età, omaggiando un mix che viene sempre più proposto nella Città del Fiore, ma che ha in Cuculia un precursore. Immancabili gli scaffali sulla cucina, dai quali emerge, sospingendo al sorriso e alla curiosità, che 'Anche il pomodoro si è montato la testa' e viaggia in compagnia di romanzieri e poeti, magari verso la città sospesa di 'Nubicuculia', immaginata da Aristofane come rifugio dal caos di Atene. Ma in fondo, fermarsi a tavola, non ha sempre questo scopo? In via dei Serragli, come recita la pagina web dedicata, "mangiare da Cuculia equivale a compiere il giro del mondo". Non si scherza: senza che ci pensiamo, i piatti sono il portato di secoli di prove e di incontro tra le pietanze e gli elementi di diversi continenti (pensiamo al classico pane, olio e pomodoro, impensabile fino alla scoperta dell'America) ma qui c'è tanta raffinata ricerca in più.  

Michele Brancale