GIULIO ARONICA
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Douglas Sirk: il padre del white melodrama al Cinema La Compagnia

Il regista di origini tedesche è il protagonista della retrospettiva di sette film realizzata nell'ambito del percorso "Compagnia Cult", in collaborazione con CSC - Cineteca Nazionale

Douglas Sirk

Firenze, 5 marzo 2024 - Sui Cahiers du Cinéma, Jean-Luc Godard paragonò i suoi movimenti di macchina alle pennellate di Fragonard. E in effetti, la carriera di Hans Detlef Sierck, meglio conosciuto come Douglas Sirk, iniziò proprio tra Jena e Amburgo come disegnatore, proseguì a Brema negli anni di Weimar, quando venne riconosciuto come uno dei più significativi drammaturghi teatrali del periodo, e raggiunse il suo apice ad Hollywood, dove si rifugiò in fuga dal nazismo dopo il secondo matrimonio con l'attrice ebrea Hilde Jare. 

Fu negli Stati Uniti, tra il 1950 e il 1959, che il maestro di origini danesi - i genitori lo portarono da adolescente a Skagen, un piccolo villaggio nello Jutland settentrionale - diresse ben ventitré film sotto l'etichetta della Universal, diventando il padre del "white melodrama" americano: citato da un numero sconfinato di registi - da Fassbinder a Wong Kar-wai, da François Ozon a David Lynch, da Pedro Almodovar a Todd Haynes - e omaggiato perfino da Quentin Tarantino, che in Pulp Fiction gli intitola addirittura la bistecca ordinata da Vincent al Jack Rabbit Slim's, Sirk viene celebrato anche dal Cinema La Compagnia, che gli dedica una retrospettiva di sette film in programma da oggi fino al 19 marzo.

Nell'ambito del percorso "Compagnia Cult", realizzato in collaborazione con CSC - Cineteca Nazionale, la rassegna propone alcuni dei suoi capolavori più noti: a partire da "Lo specchio della vita" (1958), con Lana Turner e Juanita Moore nel ruolo di due madri - una bianca e ricca, l'altra umile e di colore - che devono crescere due figlie, Susie e Sarah Jane, tra pregiudizi razziali, differenze di classe e illusioni di facile successo. La società e la famiglia sono al centro anche di "Secondo amore" (1955) - in sala il 12 marzo - con Jane Wyman e Rock Hudson - divo feticcio del regista - che interpretano una vedova agiata e un giardiniere, divisi da età e condizione economica, ma uniti da una passione pronta a sfidare ogni convenzione del tempo. 

E' invece una commedia musicale brillante e divertente "Il capitalista" (1952) - previsto il 14 marzo - che offre una rilettura al contrario del sogno americano attraverso la figura del vecchio miliardario solitario e nostalgico Samuel Fulton; a seguire, il 15 marzo un altro melodramma intenso e scintillante, "Come le foglie al vento" (1955), girato interamente in flashback e Technicolor, con Robert Stack e Dorothy Malone - premiata con l'Oscar come non protagonista - che danno vita ad un ritratto familiare drammatico e spietato. 

E' un triangolo amoroso ambientato durante la Grande Depressione "Il trapezio della vita" (1957) - in programma il 16 marzo - un dramma sentimentale fotografato in un cupo e luminescente bianco e nero da Irving Glassberg che intreccia i destini del giornalista Burke Devlin e del meccanico Jiggs, innamorati della stessa donna, Laverne, sposata con l'ex-eroe di guerra Roger Shumann. Tratto dal romanzo di Erich Garcia Remarque, "Tempo di vivere" (1957) è uno dei film più sentiti da Sirk, che da lì a qualche anno si sarebbe ritirato a Lugano, in Svizzera, abbandonando la regia: ambientato nel corso della Seconda Guerra mondiale, è una storia di amore e speranza fra le macerie e gli orrori del conflitto, con il giovane soldato tedesco Ernst Graeber che ritorna nella sua città natale semidistrutta dai bombardamenti alla ricerca dei genitori dispersi, ma trova soltanto la sua ex-compagna di scuola Elisabeth. 

La retrospettiva si conclude il giorno dopo - il 19 marzo - con un altro classico, "La magnifica ossessione" (1953), dove alcuni dei grandi temi del maestro - il peccato e la redenzione, la cecità e il sacrificio - sono riassunti nella vicenda di Bob Merrick, un giovane ricco e arrogante, che con il suo comportamento causa la morte del dottor Phillips e la perdita della vista di sua moglie Helen, di cui deciderà di prendersi cura fino ad innamorarsene.