REDAZIONE FIRENZE

13 novembre 1990: nasce la prima pagina web. E da quel giorno il mondo è cambiato

Rivoluzionato anche il mondo del lavoro, tanto che oggi il 93 per cento dei professionisti italiani vorrebbe un’esperienza lavorativa da remoto per un’azienda estera

Web (foto Ansa)

Firenze, 13 novembre 2023 – Oggi, nell’era digitale a portata di computer, tablet e smartphone, sembra oramai quasi impensabile un mondo senza internet. Eppure è stato così, almeno fino alla data spartiacque del 13 novembre del 1990. Quel giorno infatti venne scritta la prima pagina nota del World Wide Web. Tutto grazie a Robert Cailliau che pubblicò le indicazioni base per un linguaggio Hypertest che ha permesso di mettere in comunicazione, tramite browser, un server dotato di contenuti con degli utenti. Oggi oramai gran parte del mondo è online, e il web è diventato una piazza pubblica, una biblioteca, un negozio, una scuola, un ufficio, un cinema, una banca e molto altro. E sono tanti i risvolti positivi che si sono avuti, grazie al web, per quanto riguarda l’inclusione. Come dimostra la storia di Hicham Echbarbi, giovane programmatore modenese non vedente che ha scelto il codice informatico come guida nella vita e nel lavoro. In informatica, il codice è l’insieme di istruzioni che dice ai computer cosa fare. È essenziale per creare programmi software che eseguono un ampio ventaglio di compiti, dalla gestione di dati e operazioni matematiche complesse all’interazione con gli utenti attraverso interfacce utente grafiche. Per Hicham, è molto di più: è l’ingranaggio alla base del funzionamento di quella voce che legge per lui gli itinerari di Google Maps ed è il linguaggio lavorativo con cui interagisce ogni giorno nella sua professione di programmatore back-end, quel professionista dell’informatica che si occupa dello sviluppo e della gestione della parte non visibile di un’applicazione o di un sito web. “Con la tecnologia io arrivo ovunque - spiega Hicham, che oggi lavora come sviluppatore per Iungo - aspetto solo il lancio esteso della guida autonoma per muovermi anche con l’auto”. E ovviamente il web ha rivoluzionato il mondo del lavoro, come attestano i dati: i ‘nomadi digitali’ – professionisti, dipendenti, freelance - secondo le ultime stime sono oltre 35 milioni in tutto il mondo e in aumento. Il fenomeno è sempre più diffuso e desiderato, tanto che il 93% dei professionisti italiani darebbe una chance a un’esperienza lavorativa da remoto per un’azienda estera. L’idea di lavorare da remoto entusiasma moltissimi “che però poi si scontrano quasi subito con delle complessità” spiega Gianluca Tirri, managing director di QuickFisco, startup italiana che ha messo a punto delle linee guida per lavorare da ovunque, con approfondimenti normativi e fiscali. Un altro aspetto che attesta la rivoluzione che il web ha portato nelle nostre vite, lo dimostra il fatto che il 75% degli italiani usa la firma elettronica, motivati in particolare dalla possibilità di firmare ovunque (51%), dalla maggiore rapidità (48%) e anche dall’impatto positivo sull’ambiente dovuto al risparmio di carta (35%). Non solo: il 90% degli italiani vorrebbe sostituire la carta con il digitale. È quanto emerge dall’indagine di Ipsos e Yousign. Dall’ascolto del bisogno dei consumatori di usare strumenti comodi e sostenibili e dalla volontà di democratizzare l’uso degli strumenti digitali, è nata l’iniziativa di Yousign che, a 10 anni dal lancio della sua soluzione per le imprese, lancia il servizio gratuito di firma elettronica rivolto ai consumatori. Un’iniziativa che potrà avere un grande impatto positivo nel velocizzare e semplificare processi amministrativi e burocratici, ma anche un ruolo importante nell’abbattere il consumo di carta con vantaggi in termini di sostenibilità ambientale. Tutte opportunità che non ci sarebbero mai state senza il web, che oggi compie 33 anni. Nasce oggi Albero Lattuada nato il 13 novembre del 1914 a Vaprio d'Adda. Ha attraversato nel corso della sua carriera oltre 40 anni di storia del cinema italiano, dall'esordio nel 1943 con Giacomo l'idealista, fino a Una spina nel cuore (1986). Nel primo dopoguerra, inoltre, è riuscito a inserirsi nel cinema neorealista conservando però le radici colte e raffinate della sua formazione, coniugandole con il gusto per i generi e le narrazioni popolari. Ha detto: “Vorrei tre vite: col cinema forse ne assecondo l’illusione”. Maurizio Costanzo