
Bogdan Popov, protagonista della bella vittoria degli azzurri contro il Padova (Foto Tommaso Gasperini/Germogli)
Empoli, 24 agosto 2025 – Quando cadono le prime bombe su Kiev – siamo nel febbraio del 2022 – Bodgan Popov è un quindicenne con il pallone tra i piedi e una valigia di sogni. Gioca nel club più importante e glorioso del suo paese – la Dinamo Kiev – e si intravede già in qualche grande campionato europeo. Quando in Ucraina scoppia la guerra, lui è in Polonia per partecipare ad un importante torneo internazionale. A casa, nella sua Nezhin, 65mila anime e poco più nell'oblast di Cernihiv, non tornerà praticamente più.
Accolto in una casa famiglia in provincia di Massa, il 15enne Popov è costretto a salutare la sua famiglia, il suo paese, i suoi affetti. Ma non i suoi sogni di giovane calciatore, perchè in Italia, a pallone, si gioca e si gioca parecchio. E lui, ragazzone col vizio del gol, inizia subito a mettersi in mostra. Gioca nelle squadre di paese, ma chi capisce di sport si accorge subito che la sua dimensione è un’altra. ‘Pronto, Empoli Fc? Qui c’è un ragazzino che dovreste venire a vedere’.
La telefonata al Castellani la fa un procuratore, il resto è storia. Popov sbarca a Monteboro, quartier generale del club azzurro, quando la prima squadra è ancora in Serie A. Lui si fa le ossa nelle giovanili, affina il suo italiano e condivide una stanza con i compagni del convitto. Under 17, Primavera, e un anno fa i primi allenamenti con i grandi. Ieri, 24 agosto, l’esordio in Serie B: bum bum, doppietta e titoli di giornale. Bodgan Popov, oggi, è sulla bocca di tutti.
Un esordio fulminante
Che il suo talento fosse destinato a sbocciare lo avevano intuito in diversi. Che sia ancora presto per esaltarsi, però, lo sanno tutti. Una rondine – o due gol, in questo caso – non fa primavera, ma l’esordio in B di Bodgan Popov è stato comunque eccezionale. Entrato in campo nel primo tempo al posto dell’infortunato Shpendi, ha completamente stravolto la partita dell’Empoli. Segnando il gol del 2-1 da rapace d’area, fissando il risultato sul 3-1 con un tuffo di testa che potrebbe far pensare a paragoni scomodi. Più in generale, la sua presenza è stata dominante: sponde, appoggi, piglio da vecchio marpione, insomma tutto quello che ti aspetti da un attaccante con le sue caratteristiche. Forte fisicamente, ma anche sufficientemente tecnico da potersi permettere di stare là davanti e fare – come si dice in questi casi – reparto da solo.
L’abbraccio con la famiglia e i sogni
La stagione è appena cominciata, ma se questo è il suo biglietto da visita, la sensazione è che Bodgan Popov abbia tutte le carte in regola per prendersi la squadra abbastanza in fretta. Nel frattempo si gode l’affetto della città, la stessa che lo ha accolto, coccolato, e che un anno fa gli ha anche consentito di riabbracciare la sua famiglia. Papà, mamma e i suo fratelli ora sono tornati in Ucraina, dove la situazione è ancora assai lontana dalla normalità, ma quei sorrisi che la punta ha regalato agli empolesi sono gli stessi che ha donato anche ai suoi cari. Due gol per scacciare la paura, anche quella, delle bombe e del futuro.
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