
La vittoria sulla Spal ha regalato alla Primavera azzurra il meritatissimo traguardo dei play-off. Eppure ad inizio stagione la parola d’ordine era "salvezza"... "L’obiettivo della sola permanenza in Primavera 1 – commenta mister Antonio Buscé – era realistico ma non per mancanza di ambizione quanto perché è ciò a cui puoi puntare quando affronti certe ‘corazzate’. Alzando l’asticella rischi di diventare presuntuoso in un torneo che rispetto ad un anno fa ha valori ed investimenti superiori".
A far la differenza, insomma, è stata la squadra... "Quando hai grande attitudine al lavoro e la fame di una provinciale – prosegue Buscé – e puoi contare su ragazzi di qualità e con senso di appartenenza, sai che puoi fare qualcosa di grande. Mi ero anche preoccupato: le prime gare sono andate male, poi abbiamo vinto a Bergamo ma il Covid ha fermato tutto ed al rientro, con Bologna e Sampdoria, ho visto una squadra in ginocchio. Poi mi sono reso conto che stavo solo forzando la mano perché, con oltre venti positività, non avevo capito che i ragazzi portassero ancora addosso le scorie del virus. In quel momento ho chiesto scusa, loro hanno capito di aver davanti un uomo prima che un allenatore ed è lì che è scattata la scintilla, perché la squadra ha iniziato a macinare vittorie e prestazioni, crescendo in consapevolezza".
"Dopo aver battuto l’Ascoli – insiste Busce’ – abbiamo visto che potevamo arrivare ai play-off, ci abbiamo provato e il risultato è stato un capolavoro, tanto che dopo la vittoria con la Spal il loro mister, Scurto, si è congratulato con noi. Era appena stato premiato come miglior tecnico del campionato. Con lui ci siamo anche detti che a giocarsi i play-off alla fine sono state due squadre che parevano destinate ai play-out. Per questo i suoi complimenti valgono doppio".
"Sono orgoglioso – aggiunge Buscé – perché i ragazzi sono cresciuti con la mentalità che ho acquisito in tante stagioni qui. Di anno in anno ho fatto tesoro degli errori ed ai miei ragazzi ho sempre parlato a cuore aperto, perché un allenatore prima di tutto dev’essere un educatore, e la vittoria più bella è quando vedi che ormai basta un’occhiata per intendersi. Erano ragazzi ed adesso ho tanti piccoli uomini che hanno aiutato anche me a crescere e che mi cercano sapendo di trovare una persona vera. Non c’è vittoria che tenga, è questo il più bel traguardo che un allenatore possa volere".
Adesso testa alla Juventus, con ancora negli occhi lo scudetto Under 16 due anni fa… "Non solo quello – commenta Buscé – c’è stata anche la stagione Under 15 coi classe 2002 in cui mancò pochissimo per entrare tra le migliori quattro d’Italia, e poi il percorso fatto coi 2001: tutte esperienze preziose. Avremo di fronte avversarie impressionanti con giocatori abituati alla mentalità internazionale della Youth League ma noi saremo la mina vagante, una squadra un po’ pazza che ha il migliore attacco ed una delle peggiori difese. Sappiamo che dovremo lottare il doppio rispetto alle altre, ma giocheremo sempre per cercare divertirci e fare la partita. Con la Juventus sarà una bella partita e voglio vincerla, con umiltà e orgoglio. Per questo, oltre alla squadra, voglio assolutamente ringraziare il mio staff, protagonista di un lavoro quotidiano magistrale".
Marco Fontanelli