
Da sinistra: il nuovo tecnico azzurro Guido Pagliuca e il direttore sportivo Roberto Gemmi
di Simone CioniEMPOLIUmiltà, dedizione al lavoro e uno sfrenato entusiasmo di cominciare la nuova avventura sulla panchina dell’Empoli. Potremmo sintetizzare così il primo impatto di Guido Pagliuca con la realtà azzurra, dopo due stagioni esaltanti alla Juve Stabia. "Prima di tutto voglio ringraziare il presidente Corsi, la figlia Rebecca e il direttore Gemmi per essere entrato a far parte della famiglia Empoli, ma anche la Juve Stabia per quanto tutto l’ambiente mi ha dato in questi ultimi due anni trascorsi a Castellamare di Stabia – esordisce l’allenatore di Cecina –. L’Emozione è tanta perché so di essere arrivato in una società che viene spesso presa a modello. Mi ritengo una persona umile a cui piace lavorare sul campo e proprio la cultura del lavoro è un aspetto in comune che ho percepito fin dai primi colloqui. Oltre che estremamente competenti il presidente e il direttore sono due persone con un enorme entusiasmo che insieme a quello che provo dentro io vorrei riuscire a trasmettere alla squadra". E relativamente all’Empoli del futuro è stato lo stesso Pagliuca a descrivere quali dovranno essere le principali caratteristiche. "Personalmente reputo il calcio un gioco, organizzato, responsabile – spiega – quindi vorrei che i giocatori venissero al campo con il piacere di allenarsi e scendessero in campo con il piacere di giocare e di farlo per l’Empoli, perché innanzitutto il calcio è divertimento. Poi ritengo che l’organizzazione sia ormai uno degli aspetti fondamentali mentre la responsabilità ci deve essere verso la società, la storia e la tifoseria. Per questo non ho fatto particolari richieste al direttore, se non quella di guardare prima alle doti umane dei calciatori. Ciò che fa la differenza alla fine è il gruppo e costruirlo fin dal primo giorno di ritiro sarà il mio compito".Pagliuca ha le idee chiare anche da un punto di vista più prettamente tattico. "L’impostazione di base sarà una difesa a tre, poi però voglio una squadra in grado di interpretare varie strutture di gioco, anche all’interno della stessa partita, in base a quelle che sono le caratteristiche dell’avversario – prosegue –, che possa difendersi sia uomo su uomo, ma anche di reparto e che in fase di possesso sappia giocare con la palla tra i piedi per farla arrivare in maniera più pulita possibile agli uomini offensivi. Il nostro dovrà essere un sistema di gioco in grado di esaltare le caratteristiche dei nostri giocatori. Vorrei una squadra aggressiva e in grado di riportare sul campo quello su cui lavoriamo durante la settimana. L’energia con cui ti alleni è infatti quella che poi metti sul rettangolo verde al domenica".Avendolo vissuto la scorsa stagione alla guida della Juve Stabia, portata da neopromossa al quinto posto e successivamente fino alle semifinali play-off per la Serie A, Pagliuca si sofferma anche ad analizzare il torneo cadetto. "Sarà una Serie B molto competitiva, come ha dimostrato il fatto che quest’anno squadre blasonate e con budget importanti si sono ritrovate a giocarsi la salvezza – conclude – mentre altre con un potenziale economico decisamente inferiore hanno lottato per la promozione. Per questo, in un campionato così complicato, sarà fondamentale l’importanza del gruppo".
Continua a leggere tutte le notizie di sport su