
L'Empoli mostra segnali positivi in attacco ma deve correggere le fragilità difensive per mantenere il vantaggio.
Nel momento decisivo della stagione, ogni dettaglio fa la differenza. Ogni errore può costare caro, ogni intuizione può diventare un’arma letale. L’Empoli, reduce dalla vittoria contro il Parma, ha mostrato segnali incoraggianti, ma anche fragilità da sistemare in fretta. Perché il margine d’errore, ora, è davvero ridotto allo zero.
Uno degli aspetti preoccupanti riguarda la gestione dei cross laterali. Un problema che si è ripresentato puntuale anche contro il Parma, nonostante il risultato finale abbia sorriso agli azzurri. L’unica vera occasione concessa nel primo tempo, quella capitata a Pellegrino, nasce proprio da un traversone dalla fascia. Un copione che si è già visto fin troppe volte nelle ultime uscite: il gol subito contro la Lazio da Dia, il traversone per la rovesciata di Mandragora contro la Fiorentina e il tocco a porta vuota di Yeboah dagli sviluppi di calcio d’angolo. Troppo spesso l’Empoli si è fatto trovare impreparato su palloni che arrivano dall’esterno, troppo spesso gli avversari hanno avuto libertà di manovra nell’area di rigore. Serve maggiore compattezza, più attenzione, più capacità di leggere in anticipo dove andrà a finire il pallone.
Ma se la fase difensiva presenta ancora crepe da sistemare, quella offensiva sta mostrando segnali nuovi e positivi. In particolare, l’Empoli ha finalmente iniziato a colpire anche da lontano. Un’arma che era mancata quasi del tutto per larghi tratti della stagione, e che ora sta diventando un fattore importante. Gli ultimi due gol di Anjorin sono arrivati da fuori area, così come quello di Fazzini contro il Parma. Segnali chiari e incoraggianti: l’Empoli ha ritrovato la fiducia, la qualità e il coraggio di provarci da lontano. E se c’è una cosa che le difese chiuse temono, è proprio la capacità degli avversari di colpire anche quando lo spazio sembra non esserci.
N.P.
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