Empoli, una città da serie A. Esplode la festa azzurra

Andreazzoli con il nipotino, i giocatori, la società e il presidente Corsi: tutti sotto la Maratona per celebrare l’ennesima impresa

L'Empoli festeggia la salvezza (foto Tommaso Gasperini/Germogli)

L'Empoli festeggia la salvezza (foto Tommaso Gasperini/Germogli)

Empoli, 15 maggio 2022 - C’è quella metafora del calabrone che ormai è fin troppo banale per descrivere ciò che l’Empoli è in grado di fare. Come nelle favole. Un miracolo che si ripete di anno in anno e che puntualmente trova la sua apoteosi alla fine del mese di maggio, quando i campionati finiscono e i verdetti diventano definitivi. La prossima sarà la quindicesima stagione in serie A degli azzurri, un incantesimo che si rinnova e che spesso non trova apparenti spiegazioni. Come può una città di 48mila abitanti trovare le energie e le risorse per spedire così a lungo la sua squadra nell’Olimpo del calcio? La risposta sta nella capacità di questi uomini di centrare ogni anno un risultato più bello di quello precedente, un’impresa figlia della programmazione e della competenza, della lungimiranza e della saggezza. Niente da queste parti arriva per caso, figuriamoci una salvezza in serie A con tre giornate di anticipo.

Perché la festa esplosa al novantesimo di ieri (1-1 con la Salernitana, gol di Cutrone e Bonazzoli) era in realtà già stata apparecchiata da un paio di settimane. Sul campo, sotto la Maratona, sfilano gli artefici del miracolo sportivo, dai giocatori al tecnico Andreazzoli – accompagnato per l’occasione dal nipotino Tommaso –, dallo staff tecnico a quello societario. Per ultimo arriva il presidente Corsi, che di questo gioiello è sempre più il deus ex machina. In 31 anni alla guida del club si è guadagnato la partecipazione a dodici campionati di serie A – il prossimo sarà il suo tredicesimo – a cui si sommano i due degli anni ’80. L’ultima volta che l’Empoli è stato in Lega Pro (dove milita la stragrande maggioranza delle squadre toscane in città che sono assai più grandi di queste) molti dei giocatori a disposizione di Andreazzoli non erano neanche nati. E il bello è che negli ultimi otto anni l’Empoli ne ha trascorsi ben cinque nella massima categoria, a testimonianza di un ulteriore salto di qualità che la società è stata in grado di fare dal 2013 ad oggi.

Se è vero che certe cose non vengono per caso, fa bene il pubblico empolese ad applaudire. Nella giornata di ieri, in mezzo a settemila salernitani giunti dalla Campania per sostenere la loro squadra, i fedelissimi che hanno accompagnato gli azzurri in Maratona erano sempre gli stessi. Pochi ma buoni, come amano definirsi loro, ma in fondo è proprio questo il segreto del successo dell’Empoli. Un ambiente a portata di mano, serio e laborioso, dove tutti fanno la propria parte. E’ in un clima di questo genere che gli allenatori possono lavorare e i giovani crescere, regalando soddisfazioni a un popolo, quello azzurro, che ancora una volta si dimostra capace di attirare l’invidia di chi, anche solo a pochi chilometri da qui, farebbe carte false per vedere la sua squadra festeggiare la partecipazione al quindicesimo campionato di serie A della sua storia.