REDAZIONE EMPOLI

Calci da fermo: il tallone d’Achille dell’Empoli

Gli ultimi gol incassati dagli azzurri sono arrivati sugli sviluppi di tiri dalla bandierina. Il tecnico Zanetti dovrà rivedere alcune cose in difesa

Calci da fermo: il tallone d’Achille dell’Empoli

di Tommaso Carmignani

EMPOLI

Se è vero che tre indizi fanno una prova, quelli a carico dell’Empoli sono già ampiamente sufficienti per aprire il processo. Niente di grave, per carità, ma dopo i due gol incassati con il Napoli è lecito porsi l’interrogativo: gli azzurri hanno un problema con i calci d’angolo? Probabilmente sì. Perché se da un lato è vero che la gara coi partenopei è stata caratterizzata da una differenza di valori che in qualunque modo la giri avrebbe probabilmente portato allo stesso risultato, i gol concessi dalla formazione di Zanetti sono stati un concentrato di disattenzioni ed errori che forse andavano evitati. E che in qualche modo portano l’allenatore a chiedersi cosa non stia funzionando. Tutto è cominciato nella sfida contro la Roma: nei primi cinque minuti, i giallorossi hanno segnato due gol da palla in attiva. O meglio: hanno segnato in fotocopia sugli sviluppi di un calcio d’angolo, arrivando perfino a sfiorare il 3-0 in almeno altre due occasioni simili. In quel caso non si era parlato soltanto di distrazione, ma anche della capacità della squadra di Mourinho di sfruttare al meglio certe situazioni. Della serie: potevamo fare meglio, ma contro la fisicità dei giallorossi ci sta di soffrire. Poi è arrivato il match contro lo Spezia, dove l’episodio che poteva indirizzare il match è nato sugli sviluppi di un corner. Il fallo di mano di Parisi, la conseguente espulsione ed il rigore che avevano potenzialmente spianato la strada ai bianconeri erano infatti arrivati dopo aver difeso male un calcio d’angolo battuto da destra. E se è vero che a Firenze il gol del pari dei viola è nato su azione, i più attenti ricorderanno che nel primo tempo i padroni di casa si erano visti annullare un gol per fuorigioco nato anch’esso sugli sviluppi di un tiro dalla bandierina. Sul tiro di Barak c’era un giocatore oltre la linea, è vero, ma sulla difesa di quel tipo di calcio piazzato c’era inevitabilmente qualcosa da rivedere.

Si arriva così al match col Napoli, dove al netto dello strapotere mostrato dalla squadra di Spalletti sia il primo che il secondo gol parevano evitabili. Kvaratskhelia – non uno qualunque – si è trovato per ben due volte tutto solo al limite dell’area: nel primo caso è stato capace di alzare la testa, osservare il piazzamento dei compagni e servire l’accorrente Zielinski dall’altra parte. L’autogol di Ismajli, tanto sfortunato quanto goffo, è stata logica conseguenza di una difesa sbagliata da parte di tutta la squadra. Il 2-0, invece, è arrivato dopo un tiro dalla distanza del georgiano: nessuna croce addosso a Vicario, che in questo campionato ha portato almeno 7-8 punti, ma al di là della respinta corta del portiere merita annotare come il giocatore del Napoli fosse ancora una volta tutto solo al limite dell’area e come lo stesso Osimhen fosse marcato male. Insomma, se c’è qualcosa che nell’Empoli non sta funzionando, quel qualcosa sono i calci d’angolo. Zanetti ha certamente preso nota, provando a capire se sia un problema di attenzione o se ci siano dei meccanismi da registrare. Fatto sta che per tre quarti della stagione l’Empoli non aveva mai sofferto così tanto sui calci da fermo. Cosa sta succedendo?