Giovane schiacciato da una moto. La sorella: "Voglio la verità"

Presentato un esposto ai carabinieri per capire cosa sia successo al 25enne ritrovato in una scarpata

Soccorritori in una foto d'archivio

Soccorritori in una foto d'archivio

Certaldo (Firenze), 8 giugno 2021 - Da dieci giorni è ricoverato in condizioni critiche all’ospedale Cisanello di Pisa con ferite e ustioni sul corpo. E’ la vittima dell’incidente avvenuto in località Fiano, nel comune di Certaldo lo scorso 29 maggio.

Un evento senza testimoni e, secondo la sorella, con tanti elementi ancora da chiarire, tanto che ha presentato un esposto ai carabinieri affinché possano essere ricostruiti tutti i dettagli della vicenda. La donna si è affidata anche a un legale, l’avvocato Eleonora Cassi di Firenze con cui collabora la collega Arango Alzate.

Il giovane di 25 anni, originario della Colombia, è stato ritrovato poco prima delle 12 in una scarpata, schiacciato da una moto da cross. Pare che al momento del ritrovamento non indossasse il casco. L’uomo quella mattina avrebbe dovuto recarsi al lavoro in una azienda agricola del posto.

Ma i titolari, non vedendolo arrivare, aveva provato prima a contattarlo al cellulare e poi si erano messi alla sua ricerca, ritrovandolo nel dirupo privo di conoscenza e con ustioni sul corpo. "Dopo poche ore che mio fratello era stato ricoverato – racconta la sorella – ho parato con il medico del 118 che lo aveva soccorso e mi ha spiegato che le ustioni non erano compatibili con eventuali bruciature di benzina, anche perché il mezzo sembrerebbe non avesse preso fuoco, e che al momento dell’intervento dei soccorritori non si trovasse neppure sul luogo dell’incidente".

La sorella va avanti e racconta anche di quando i medici, dopo qualche giorno, hanno provato a svegliare il fratello tenuto in coma farmacologico. "Guarda cosa mi hanno fatto, mi ha detto. Quella frase l’ha ripetuta anche alla sua ragazza e a un’amica. E poi - aggiunge - era particolarmente aggressivo, lui che ha sempre avuto un carattere dolcissimo".

Alla donna non torna neppure la versione fornita dal datore di lavoro sulla sera precedente l’incidente. "Inizialmente era nervoso – dice la donna – mi ha detto che mio fratello avrebbe discusso con un barista. Sinceramente non sapevo frequentasse il locale. Ho cercato di approfondire e mi sono state date due versioni diverse: la prima è che tre persone sarebbero intervenute e lo avrebbero percosso e poi rincorso per un bel tratto di strada. L’altra è che mio fratello era ubriaco e che le stesse persone lo avrebbero seguito per sincerarsi che facesse ritorno a casa". C’è infine un altro aspetto che la sorella chiede di approfondire: "Sembrerebbe che il mezzo non sia stato sequestrato, ma che anzi sia stato demolito".