
La scarsa manutenzione è un rischio per gli utenti della strada
Empoli, 3 ottobre 2016 - Seppur a norma di legge (vogliamo ben sperare sia così) sfuggono alla logica del buon senso. Una norma non scritta, d’accordo, ma pur sempre assai valida e da usare, a maggior ragione in strada e se in ballo c’è la sicurezza. Tanto che siamo al volante tanto che siamo pedoni tanto che siamo ‘ideatori’ della segnaletica. Vedi le strisce pedonali.
Circolando per la città, ce ne sono alcune che sono, a dir poco, bizzarre. Da ‘zebra impazzita’: la sensazione che si ha è che qualcuno abbia messo giù sagome e pennello e si sia messo all’opera. Quasi senza pensare. Un esempio? Le strisce pedonali di piazza della Vittoria. Non tutte: a lasciarci particolarmente perplessi sono quelle che si trovano esattamente a destra e sinistra rispetto a via Tinto da Battifolle. Simmetriche, l’una lato Vinegar American Bar, l’altra Bar Vittoria. Da par condicio. Fatta la curva, in entrambi i casi, auto, furgoni e moto si trovano davanti la segnaletica orizzontale che dà la precedenza a chi si muove a piedi.
Nemmeno il tempo di finire di girare lo sterzo e ti trovi a tu per tu con chi giustamente fa valere il suo diritto di pedone. Oppure di ciclista, visto che immettendosi nella piazza, se svolti a destra direzione Bar Vittoria, l’attraversamento è ciclo-pedonale. Ora l’amministrazione dalla sua avrà tutte le ragioni del mondo ad aver colorato l’asfalto in quel punto, ma al comune cittadino quelle strisce appaiono una trappola bella e buona. Soprattutto quando a cimentarsi nel coast to coast piazza-marciapiede o viceversa, sono anziani, mamme con il passeggino o persone costrette sulla sedia a rotelle. E’ vero il limite di velocità lì è basso e va rispettato, ma oggettivamente soprattutto per chi non conosce la zona è difficile prevedere ciò che gli offrirà il ‘dopo curva’. E dunque ci chiediamo, da profani dell’urbanistica, non sarebbe il caso di rivederle in un’ottica non soltanto di codice della strada ma anche di sicurezza oggettiva? Perché talvolta tra la teoria e la pratica c’è un abisso. Un abisso fatto di concretezza. Un senso della quotidianità che spesso salva la vita. E in questa ottica non sarebbe malaccio nemmeno dare una mano di vernice per rinfrescare colore e visibilità degli attraversamenti. Logori, soprattutto in alcune zone, dove il traffico è più impegnativo e gli pneumatici ‘mangiano’ ciò che trovano.
Vedi alcuni tratti della stessa centralissima piazza empolese o poco più in là in via Cavour. In particolare all’angolo con via Ridolfi, sede di un altro attraversamento in quasi-curva, da brividi. Quest’ultima tra l’altro è una zona assai vissuta da studenti e pendolari. Come pure piazza don Minzoni. Celeberrima per fatti legati a bivacco, spaccio e ultimamente pure sprangate, la piazza che da via Roma traghetta alla stazione qualche ritocchino alla segnaletica lo meriterebbe. E, a dirla tutta, pure all’asfalto.
Samanta Panelli