"Siamo costretti a vivere dentro il furgone"

Una coppia di commercianti ambulanti non riesce a ritrovare una casa in affitto dopo un anno di lavoro ’a singhiozzo’ causa pandemia

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FUCECCHIO «Siamo costretti a dormire ‘a bottega’". La bottega per Barbara Pieri e Mauro Manetti è un furgone che usano per vendere bigiotteria come ambulanti nei mercati della provincia di Firenze. La coppia vive a Fucecchio; sono rimasti senza casa dopo uno sfratto per finita locazione. Senza una casa e senza reddito per poter trovare un altro alloggio in affitto. "Gli sfratti per finita locazione – racconta Barbara – non sono stati bloccati a differenza di quelli per morosità. E così siamo senza un alloggio. Abbiamo chiesto aiuto e sostegno a tutti: dall’amministrazione comunale alle altre istituzioni. Siamo in attesa di una risposta. Per il momento non ce ne sono". Barbara ha anche un figlio diciassettenne che adesso si trova dalla nonna. "Ho preferito così – racconta la donna – piuttosto che ci separassero tutti mandandoci dentro qualche ostello o centro di accoglienza. Mio figlio sta con mia madre; io e il mio compagno dormiamo qui nel furgone". Si commuove Barbara mentre apre gli sportelli del vano di carico e ci mostra il materasso, quelle piccole cose che servono ai due per affrontare la notte, fuori da quella normalità che da sempre ha scandito la sua vita: il lavoro, il figlio, il compagno. "Il lockdown prima – racconta la donna – poi la divisione in zone che ha determinato il fermo dei mercati all’aperto. Non possiamo più lavorare. Senza lavoro non c’è reddito, senza reddito non possiamo cercare un nuovo affitto. Sembra quasi assurdo da dire; ci siamo trovati quasi all’improvviso a chiudere casa, andarcene, e a dormire in questo furgone che al momento è tutto quello che abbiamo". Chiedere è difficile quando ci si trova in uno stato di bisogno. C’è tanta dignità nel racconto di Barbara, che ha deciso comunque di non mollare, di continuare a provarci. Sabato scorso era a Scandicci, in piazza con gli altri ambulanti per protestare contro le chiusure dei mercati. «La speranza è che si possa ripartire col lavoro – racconta ancora la donna – noi siamo pronti a riprendere la nostra attività in modo da poter recuperare le garanzie per poter avere una nuova casa, con la speranza di poter recuperare quella normalità che andiamo cercando da tempo". La speranza è che l’appello dei due ambulanti non cada nel vuoto ma trovi una risposta in modo da poter riunire questa famiglia. Il Covid ha messo in ginocchio moltissime categorie economiche, in particolare commercianti e ristoratori, ma anche gli ambulanti (soprattutto quelli dell’abbigliamento e dei casalinghi) hanno subito pesantemente le chiusure imposte e le difficoltà legate al lockdown. Fabrizio Morviducci