Sant'Andrea d'Oro e di gioia: emozioni per Sauro Cappelli

Il cenacolo degli Agostiniani non basta a ospitare tutti coloro che vogliono omaggiare "l'Assessore con la A maiuscola"

Santt'Andrea d'Oro a Sauro Cappelli(Tommaso Gasperini/ Fotocronache Germogli)

Santt'Andrea d'Oro a Sauro Cappelli(Tommaso Gasperini/ Fotocronache Germogli)

Empoli, 1 dicembre 2019 - Una cerimonia che va oltre il protocollo. E' di sentimento prima ancora che di 'dovere'. Il merito è dell'ospite, avvolto dall'abbraccio della città fin dal suo arrivo nella sala del Cenacolo degli Agostiniani. "Un più bel regalo alla mia lunga militanza non credo si potesse fare". Esordisce così, Sauro Cappelli, protagonista del Sant’Andrea d’Oro 2019. Prende la parola con garbo e con quella onestà dialettica che da sempre lo contraddistingue di fronte a una platea foltissima.

Le sedie non bastano ad accogliere tutti coloro che vogliono festeggiare «l’assessore con la A maiuscola», con i suoi ventun’anni di servizio. Ma anche la voce della storia raccontata chissà quante volte agli studenti, il regista dei Viaggi della memoria studiati nell’itinerario e preparati nei contenuti. E ancora il presidente onorario dell’Aned, associazione della quale fa parte da anni. Ruoli differenti, un unico obiettivo: spendersi per la comunità, rendere le nuove generazioni consapevoli di cosa significa la deportazione e tutto ciò che ha gravitato intorno a essa. Le ferite, il dolore, ma anche i fatti, le strade pericolose. Similitudini tra ieri e oggi emergono nella sala dove il sindaco Brenda Barnini la fa da padrona, con la voce rotta, a tratti, dalla commozione per quel grande uomo che per tutto il tempo aspetta il suo turno, seduto in prima fila: stringe mani, sorride. Alle spalle il figlio, vicino la nipote amatissima, tutto intorno ex sindaci, istituzioni, cittadini.

Al collo, l’immancabile fazzoletto dell’Associazione nazionale ex deportati, colori che Cappelli, nato a Empoli il 20 giugno 1929 e rimasto orfano a soli sei età, sente suoi, come i valori che rappresentano. Valori da difendere, da divulgare. Lo testimoniano gli studenti che prendono la parola per provare a spiegare perché incontrare Cappelli, sui banchi prima e sui bus diretti a Mauthausen poi, abbia fatto per loro la differenza. Parlano dopo toccanti testimonianze video, ritratti verbali di un uomo che ha segnato la storia del Novecento a Empoli.

«Un esempio» come lo definisce Alessio Mantellassi, presidente del consiglio comunale. Sauro Cappelli è descritto da tutti come un uomo impegnato da cittadino, da politico, da amministratore per la sua Empoli. Un legame profondo come il carisma che sfodera prima di ricevere la pergamena, facendo rivivere la storia fra racconti di vita e d’Europa, come solo un maestro può fare. 

Samanta Panelli