REDAZIONE EMPOLI

Rebus liberalizzazione: "La sicurezza è priorità. Normativa da rivedere. Servono regole precise"

La stretta anti-degrado di Barnini: il coprifuoco per i minimarket è solo l’inizio "Il nostro problema è lo spaccio, si rischia un ecosistema dell’illegalità".

Rebus liberalizzazione: "La sicurezza è priorità. Normativa da rivedere. Servono regole precise"

La sindaca Brenda Barnini incontrerà i rappresentanti del settore minimarket-kebab la prossima settimana per ascoltare le loro richieste e le loro osservazioni. Al centro del confronto la stretta anti-degrado annunciata nei giorni scorsi e concretizzata in un’ordinanza – anzi, in una decina per l’esattezza – che prevede la chiusura anticipata per quelle attività che insistono nei punti "più critici" della città. Sotto la lente, come sempre, piazza Farinata degli Uberti, via Giuseppe del Papa, via Spartaco Lavagnini e nelle aree del centro adiacenti alla piazza, così come in zona stazione. "La totale liberalizzazione degli orari e della distribuzione merceologica nelle città, compresa la nostra, ha creato una pericolosa assenza di regole che fa male al commercio e alla popolazione. Non si può dire che da noi la situazione sia fuori controllo, ma se da una parte sono diminuiti i furti in abitazione e gli scippi, dall’altra è aumentata l’attività di spaccio. Attività che rischia di creare un ecosistema di illegalità, un microclima che attira qui i pendolari del crimine. Non intendo assolutamente sostenere che minimarket e kebab abbiano responsabilità diretta, ma credo che possano diventare, loro malgrado e involontariamente, parte di questo ecosistema". Tradotto: in città arrivano persone che delinquono e che ripartono, in un crocevia affatto edificante.

Da qui la necessità di ristabilire gli equilibri e di ridare in mano ai sindaci gli strumenti per pianificare il territorio secondo regole che vadano oltre il – seppure sacrosanto – diritto alla libera concorrenza e alla libertà individuale affinché "vivibilità, vivacità del centro e sicurezza possano progredire di pari passo".

Ed è questa la missione che si è prefissata. Ne aveva già parlato un anno fa in prefettura e da allora si sono susseguiti controlli interforze mirati, concentrati cioè sulle attività in zone “attenzionate“, anche grazie alle segnalazioni di degrado dei residenti, che hanno visto il coinvolgimento addirittura degli operatori dell’Asl. "L’ordinanza non è la soluzione, ma è l’unica arma che abbiamo a disposizione – specifica la sindaca –. Per me rientra in una strategia complessiva che punta a fare chiarezza sui comportamenti tollerati e non. Liberalizzare non significa fare quel che si vuole... Il tema è nazionale e regionale, ci sono margini d’azione nonostante le direttive europee. Voglio che il confronto inizi a Empoli per arrivare ai piani alti delle istituzioni. Come amministratrice e come rappresentante di un certo fronte politico, nei prossimi mesi mi batterò per cambiare il sistema insieme alle associazioni di categoria: voglio scuotere le coscienze e aprire un dibattito politico sulle liberalizzazioni orarie, sulle licenze, sulla possibilità di tutelare le esigenze della collettività. È urgente perché mi pare che ci stiamo abituando, tutti sappiamo e nessuno agisce... Invece dobbiamo concorrere per fare il bene dei cittadini e degli esercenti mettendoli nelle condizioni di lavorare serenamente, titolari di kebab e minimarket inclusi. Guardiamo alla Germania, ad esempio, non esistono apertura h24". Il messaggio è chiaro ed è rivolto in primis ai colleghi della Regione, per cercare insieme un margine d’azione: "Tutto però dipende dalla normativa nazionale. Quanto alla sicurezza. "Non ha colore e non ha partito. La distinzione tra sicurezza percepita ed effettiva poi non ha senso, bisogna intervenire comunque, ovunque non venga avvertita. Se una strada si svuota aumentano i pericoli".

Elisa Capobianco