Undici querele false contro l’ex marito, la procura vuole processarla

La donna si era presentata come una moglie vittima delle angherie del marito, con tanto di denunce sporte e continue richieste di intervento ai carabinieri, invece sembra fosse tutto un bluff

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Empoli, 5 giugno 2019 - Dopo l’avviso di conclusioni indagini, è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura della Repubblica di Firenze nei confronti della coppia, marito e moglie all’epoca dei fatti, coinvolta in una storia di accuse, calunnie, liti e pure maltrattamenti nei confronti dei figli minorenni. Una storia iniziata nel 2014 che, dopo accertamenti e indagini, a oggi vede entrambi imputati nel processo la cui udienza preliminare resta ancora da fissare. La donna, al tempo residente a Montelupo Fiorentino, è imputata per ‘calunnia e maltrattamenti contro familiari’. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Ornella Galeotti a quanto pare hanno fatto emergere una realtà ben diversa rispetto a quella da lei palesata: si era presentata come una moglie vittima delle angherie del marito, con tanto di denunce sporte e continue richieste di intervento ai carabinieri, invece sembra fosse tutto un bluff. La donna, decisa a dimostrare come il marito le desse un tormento senza tregua, tesi poi ‘smontata’ dalla procura fiorentina, aveva presentato anche una lunga serie di denunce raccolte dai carabinieri. Undici le querele presentate tra il giugno del 2014 e l’aprile di tre anni dopo. Come si legge negli atti della procura, «con denunce e chiamando i carabinieri, che intervenivano in molteplici occasioni, nonostante non vi fossero situazioni che ne richiedessero la presenza», la donna «accusava il proprio coniuge separando di maltrattamenti nei suoi confronti, sapendolo innocente in ragione dell’aspra conflittualità agita da entrambi reciprocamente e anche in danno dei loro figli».

Accuse sostenute «anche simulando in più occasioni tracce di reato, quali lesioni personali e danneggiamenti» e «manipolando la figlia perché deponesse contro il padre». Non solo. «Pur avendo ottenuto un ordine di protezione dal giudice», la moglie «non esitava a incontrare il marito, anche facendolo rientrare ad abitare in una porzione della stessa abitazione, per poi proseguire nelle sue chiamate ai carabinieri e nelle sue querele, lamentando di averne paura e di temere azioni aggressive dello stesso».

Una situazione complessa nella quale, tra l’altro, i figli erano costretti dalla donna «ad assistere alle continue liti con il coniuge». Lo stesso marito è imputato per maltrattamenti sui figli minori, poi affidati ai servizi sociali e trasferiti in una casa famiglia. Sempre secondo la procura infatti, l’uomo «maltrattava i minori facendoli assistere alle liti con la coniuge sia all’inizio del percorso di separazione che successivamente, dando libero sfogo ai propri sentimenti di rabbia e reagendo alle condotte deliberatamente provocatorie della stessa».