Prendersi cura dei beni comuni? Ora si può

Parchi, piazze, giardini e molto altro: da oggi i cittadini possono ’adottare’ uno spazio pubblico e provvedere alla sua manutenzione

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Chi davanti a un bene pubblico poco curato non ha mai pensato, con un pizzico di presunzione, "se lo gestissi io saprei come valorizzarlo"? Ebbene, da oggi tutti gli empolesi di buona volontà possono diventare ‘cittadini attivi’ grazie al "Regolamento per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni", che contiene tutto quello che serve per consentire loro di diventare protagonisti. La possibilità di fare squadra con l’amministrazione comunale è estesa anche a imprenditori e associazioni, purché l’attività non abbia scopo di lucro (per esempio, farsi pubblicità). Il documento è stato presentato alla comunità, al Cenacolo degli Agostiniani, dal sindaco Brenda Barnini, l’assessore alle politiche sociali, Valentina Torrini e Massimo Mannoni di Labsus-Laboratorio per la sussidiarietà. Come si diventa cittadini attivi? Presentando al Comune una proposta di collaborazione e precisando come si intende prendersi cura del bene comune individuato. Sul sito del Comune, nella sezione ‘Distretto dell’economia civile’, si trovano i modelli di proposta da cui prendere spunto.

"Per beni comuni – ha spiegato l’assessore Torrini - non si intende solo quelli pubblici, come piazze, parchi, scuole; ma anche beni privati, orti, resedi, giardini. Sono beni comuni anche quelli fisici naturali, acqua e aria; e ancora i beni sociali immateriali come la fiducia reciproca, la conoscenze e le relazioni; e i beni digitali, piattaforme di comunità, siti web". I patti di collaborazioni che verranno stretti tra amministrazione e cittadini possono prevedere anche vantaggi economici a favore degli stessi soggetti proponenti: uso a titolo gratuito di immobili di proprietà comunale; presa in carico delle spese di utenze e manutenzioni da parte dell’amministrazione e la possibilità di disporre gratuitamente di strumenti e materiali per la realizzazione delle attività. "Uno degli effetti negativi della pandemia – ha evidenziato il sindaco - è quello di un piccolo aumento di episodi di vandalismo verso i beni comuni. L’amministrazione comunale può soltanto prendersi la responsabilità con iniziative come quella presentata stamattina".

"Approvando questo Regolamento – ha aggiunto Massimo Mannoni di Labsus - Empoli si unisce ad altri 45 Comuni della Toscana, e a circa 300 nel Paese, che negli ultimi anni si sono dotati di questo strumento".

Irene Puccioni