REDAZIONE EMPOLI

Mattia, esploratore urbano "Riscopro posti dimenticati"

Armato di macchina fotografica, Landotti, barman di professione va a caccia di chiese e dimore, carceri e manicomi, che cattura con la sua reflex

EMPOLESE VALDELSA

Un mix di avventura, esplorazione e adrenalina. Perché ci vuole anche del ‘coraggio’ a entrare in quei luoghi o relitti abbandonati da anni, dove arredi, foto, quadri e documenti parlano e raccontano un passato cristallizzato nel tempo. Mattia Landotti, 41 anni di Certaldo, barman di professione ha fatto dell’urbex la sua più grande passione. E’ un esploratore urbano, ovvero un ‘cacciatore’ di posti dimenticati, tra antiche dimore, chiese e ospedali, cinema, parchi, ma anche carceri e manicomi, che cattura con la sua reflex. A fiutare il primo luogo da ‘riscoprire’ è stato il suo cane Thor.

"Stavamo facendo una passeggiata in campagna nei dintorni di Certaldo – racconta Landotti -, quando Thor sfuggì ed entrò in una villa abbandonata. Entrai dentro per recuperarlo e notai tutte quelle stanze dove erano ancora presenti parte della mobilia, carte, oggetti. Mi incuriosì così tanto che cominciai a documentarmi e a ricostruirne la storia. Da quel giorno non ho più smesso. Sono sempre alla ricerca di qualcosa che la società pare essersi dimenticata".

La prima regola di chi fa urbex è lasciare tutto inalterato e non portare via nulla dai luoghi abbandonati. "Non bisogna mai lasciare tracce del proprio passaggio – spiega il barman-fotografo – Entro sempre laddove posso accedere senza forzare eventuali catene o lucchetti. Se si tratta di un luogo cui è possibile risalire al proprietario chiedo l’autorizzazione. Quando esploro mi piace anche sedermi e immaginare la vita che poteva scorrere in quel posto quando era abitato. Altre volte cerco di rievocare delle scene e situazioni con l’aiuto di attori".

Più di un hobby, più di una passione, fare urbex significa amare profondamente ciò che ci circonda, il patrimonio artistico e socio-culturale del proprio territorio. "Entrando in una chiesa abbandonata a Comeana e mi è capitato di trovarci dentro un’opera originale del Ghirlandaio. Ho fatto la segnalazione alle Belle Arti che l’ha prelevata e messa in sicurezza. Dentro alle vecchi ville si trova di tutto, da statue a foto ingiallite. Ho trovato anche un passaporto con la firma del re". Come molti esploratori urbani anche Mattia Landotti è geloso dei ‘suoi’ luoghi: "Mi piace condividere le foto sui social, ma non rivelo mai dove le ho scattate. Non vorrei che i posti venissero violati o peggio ancora depredati". Di sicuro l’attività del barman certaldese non è fine a se stessa. "Quando trovo qualcosa di veramente interessante faccio la segnalazione alle autorità competenti per evitare che un crollo, l’incuria o il tempo che passa si porti via per sempre quello che ancora vive: tesori, scrigni che meritano di essere recuperati".

Irene Puccioni