BRUNO BERTI
Cronaca

L’incognita dell’affluenza. Le percentuali in calo preoccupano i partiti. Si riparte dal 70% del 2019

A Empoli cinque anni fa si sono presentati alle urne sette aventi diritto su dieci. Il dato più alto fu registrato a Vinci (72%), il più basso a Cerreto Guidi (67%). Le elezioni regionali del 2015, con il 49%, restano il risultato peggiore.

L’incognita dell’affluenza. Le percentuali in calo preoccupano i partiti. Si riparte dal 70% del 2019

Dopo aver pianto sulle sorti della natalità, l’inverno delle culle, nel nostro Paese potremmo essere costretti a versare le proverbiali calde lacrime anche sull’inverno delle urne, nel senso di un abbandono dei seggi da parte dei cittadini, in buona misura non interessati a partecipare al rito essenziale della democrazia, il voto. Per inciso, ricordiamo anche che vige ancora il concetto di esercizio del voto come diritto-dovere, privo però di sanzioni di sorta in caso di inosservanza. Questa sorta di allarme trae origine dalle reiterate affermazioni di sondaggisti ed esperti sulla possibilità di un ennesimo scivolone in basso, fino a scendere sotto la fatidica quota del 50%, delle presenze ai seggi in occasione delle elezioni europee, che da noi, come in tante altre città, si abbinano a quelle amministrative. Ciò significa che il fascino della ‘gita’ ai seggi per depositare la scheda, o schede nel nostro caso, è in calo totale, poiché, se a livello nazionale si parla di scarso appeal del voto per le europee, da noi ci sarebbe il combinato disposto della concomitanza delle amministrative per eleggere sindaco e consiglieri comunali. Se anche questo non serve a trascinare ai seggi un numero ‘dignitoso’ di elettori, si può dire che su questo argomento la Seconda Repubblica non è messa molto meglio della Prima, quella sepolta da Tangentopoli. Repubblica che però aveva goduto del vantaggio pesante di poter contare su partiti di massa per i quali si votava persino con entusiasmo, da qualsiasi parte andasse la preferenza degli elettori. Se guardiamo a Empoli, si può vedere che cinque anni fa, alle amministrative, si recò ai seggi il 70,16% del corpo elettorale, contro il 67,3% delle regionali del 2020 e il 72,9% delle politiche del 2018. Da non dimenticare, l’abisso toccato alle regionali del 2015, con un malinconico 49,82%, il dato più basso nelle elezioni repubblicane da noi e non solo. Numeri che cambiano, quindi, ma senza neppure tentare di risalire significativamente la china dell’affluenza, quella di un po’ di anni fa, quando alle urne andava ben oltre il 90% degli aventi diritto. Con le consultazioni di oggi e domani si potrà vedere anche l’effetto di un voto esteso per due giorni, mentre le politiche del 2022, l’ultimo appuntamento di tutti gli elettori con le urne, si svolsero in una sola giornata. Fra gli altri comuni della zona, ricordiamo quello di Fucecchio, il secondo per numero di elettori dopo Empoli, dove cinque anni fa si recò alle urne il 68,30% degli aventi diritto, mentre a Cerreto Guidi, i votanti furono il 67,53%. A Castelfiorentino gli elettori furono il 70,14%, mentre a Certaldo, l’unica in cui da noi si è visto finora all’opera il ballottaggio nel 2014, si recò ai seggi il 70.39% degli aventi diritto. A Montelupo, sempre cinque anni fa, l’affluenza alle urne fu del 71,95%, mentre a Vinci si toccò il 68,45%. A Capraia e Limite l’affluenza si attestò al 69,69%, quella di Gambassi Terme al 70,26, mentre a Montaione la percentuale fu del 70%. Infine, a Montespertoli a mettere la scheda nell’urna fu il 71,42% degli aventi diritto.