L’emendamento in cambio dei voti Contestata la ’corruzione elettorale’

Le richieste dei vertici dei conciatori e la promessa da parte di Pieroni

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Un’inchiesta, quella arrivata all’atto di chiusura – ora per gli indagati scatta il conto alla rovescia dei venti giorni per depositare memorie o chiedere interrogatori – che tocca anche la politica. Tra i reati contestati c’è la corruzione elettorale. Secondo l’accusa i vertici del sodalizio – nelle persone di Gliozzi, Maccanti e Francioni – unitamente al Giulia Deidda, sindaco di Santa Croce – avrebbero assicurato a Pieroni, quale candidato al consiglio regionale, il proprio voto anche a nome degli aderenti all’associazione conciatori a fronte di alcune promesse del candidato.

Come la disponibilità a presentare, quale consigliere in carica, un emendamento di cui, secondo le accuse, non conosceva e comprendeva neanche il contenuto tecnico (redatto dall’avvocato Benedetti) per sottrarre Aquarno dall’obbligo di sottoporsi alla procedura di autorizzazione integrata ambientale con l’espediente di escludere l’impianto da quelli facenti parte del servizio idrico integrato. La procura contesta anche come quell’emendamento sia stato fatto approvare con una procedura non conforme ai regolamenti del consiglio regionale impedendo alle opposizioni di conoscerne il contenuto prima della votazione. Altra figura di spicco tra gli indagati e quella di Ledo Gori (nella foto), allora capo di gabinetto in Regione e l’unico, quando scoppiò lo scandalo Keu, ad essere stato rimosso dall’incarico. Il sodalizio, invece, a vario tiolo con i suoi componenti, secondo gli inquirenti, si muoveva tuttavia su più piani ed a tutto tondo, per assicurarsi e farsi rilasciare atti autorizzativi in deroga, per concludere con la pubblica amministrazione protocolli ed accordi, per assicurarsi l’elusione dei controlli ambientali sull’impianto Aquarno e sullo scarico, per orientare gli esiti e le determinazione dei controlli ambientali del Comune di Santa Croce, per indirizzare il Comune a modificare gli strumenti urbanistici del Comune secondo i desiderata dell’associazione conciatori. E anche per sollecitare, stando alle accuse, Giulia Deidda a svolgere pressioni su un cittadinoaffinché accettasse di vendere terreni necessari all’ampliamento di Aquarno.

Tutto intorno a queste azioni contestate nell’inchiesta, per l’accusa, si muoveva una gestione abusiva di una ingente quantità di rifiuti prodotti dal ciclo di trattamento degli scarichi delle imprese conciarie, con il relativo inquinamento ambientale: dalle terre contenenti Keu nei sottofondi stradali, all’inquinamento del canale Usciana e Controusciana.

C. B.