FUCECCHIO
Covid free. Una definizione sussurrata, tanto è da difendere gelosamente, quando si parla di rsa nei giorni della tempesta di contagi coronavirus. Le Vele, a ora, è libera dal nemico silenzioso che ha spinto medici e istituzioni a chiedere un giro di vite sulle libertà del territorio. "L’unico caso avuto fino a oggi in questa seconda ondata di emergenza – spiega Nicola Bioni, coordinatore della struttura di via Don Minzoni, gestita per conto dell’Asl dalla cooperativa Colori di Empoli – è stato un paziente che, l’11 ottobre, era stato ricoverato in psichiatria al san Giuseppe. Il 21 è stato rimandato in struttura come da procedura con tampone negativo. Il giorno dopo ci hanno avvertito che il paziente aveva avuto un contatto stretto con due persone che erano risultate positive, ne refettorio del reparto. Qui in rsa, come previsto, lui stava facendo i dieci giorni di quarantena che attuiamo in caso di nuovi accessi oppure di ritorni, come in questo caso, magari per cure esterne".
Lo staff ha quindi "isolato il modulo, facendo fare sia al caso sospetto sia al compagno di camera – continua Biondi – al giorno 26 è risultato positivo e abbiamo fatto testa a tappeto a tutti gli operatori entrati nella camera il 21 ottobre, a tutti gli ospiti del modulo. Lui è stato il solo positivo, mentre un operatore, un’ausiliaria, asintomatica, già tornata al lavoro visto che si è negativizzata sabato. La situazione si è quindi normalizzata. A oggi, non contiamo altri casi". I controlli sono rigorosi come previsto dal protocollo recepito dall’Asl. "Chi entra dall’ospedale deve avere tampone negativo, chi invece entra dal domicilio deve avere tampone negativo e certificazione medica che attesta l’assenza di sintomi similinfluenzali da quindici giorni – spiega ancora Biondi con il irettore, Francesco Fariello – La struttura è suddivisa in quattro moduli indipendenti ed equivalenti da quindici posti ciascuno: la potenzialità è da sessanta ospiti fra residenziale, media intensità con soggiorni da uno a tre mesi e il modulo di riabilitazione fisioterapico. Riabilitiamo circa 200 pazienti l’anno. A ora, gli ospiti sono 53, anche per garantire le camere ‘bolla’ per la quarantena".
Lunedì è stato tempo di test per i 55 operatori. "Siamo in stretto contatto con l’Asl – continua Fariello – Dopo i tamponi ci relazioniamo sempre con Girot e task force e anche nell’attuazione delle procedure". La giornata degli ospiti non ha ricevuto contaccolpi dopo l’avvento del Covid, se non per lo stop alle visite dei familiari. "E’ una procedura che abbiamo dovuto attuare: fino al 12 ottobre le visite avvenivano ‘attraverso’ una vetrata, adesso invece via videochiamate, ma il dialogo con le famiglie non è venuto meno – spiegano i responsabili – Detto questo la routine dei pazienti viene mantenuta, soltanto che viene attuata modulo per modulo salvo varie eccezioni in cui mascherine e distanza di sicurezza sono obbligatorie".
A proposito di protezioni, "al contrario di marzo – spiega Fariello – con la cooperativa ci siamo organizzati per aveere adeguati dispositivi di protezione individuali, ma resta il fatto che i prezzi sono schizzati alle stelle e alcuni materiali si trovano con difficoltà: se a primavere le introvabili erano le mascherine, adesso sono i guanti". E poi c’è il capitolo personale. "La mancanza di alcune figure è una criticità – mette in chiaro il direttore – E mi riferisco in particolare agli infermieri: l’Asl preme per reclutarne il maggiori numero possibile e si dimentica di fatto delle rsa, ma noi ne abbiamo estremo bisogno. A turno pieno ce ne servono nove, ma non ci arriviamo: abbiamo cercato anche fuori regione tant’è che qui abbiamo un operatore in arrivo da Napoli". Anche perché il lavoro si svolge anche oltre i confini de Le Vele, visto che "vista la chiusura obbligata del centro diurno, a maggio abbiamo attivato il servizio a domicilio con fisioterapista, oss e animatori". L’obiettivo è non lasciare soli né i ‘nonni’, comunque alle prese con i timori di questa pandemia, né le famiglie.
Samanta Panelli