REDAZIONE EMPOLI

Le aziende travolte: "Ripartire è difficile. Senza aiuti concreti rischiamo il collasso"

Il territorio porta ancora i segni a quasi tre mesi dalla tragedia. È tanta la preoccupazione anche per la strada lungo il Vincio:. "Subito manutenzioni o l’unica via d’accesso finirà per cedere" .

Le aziende travolte: "Ripartire è difficile. Senza aiuti concreti rischiamo il collasso"

Le tracce di quella notte non le ha spazzate via il tempo. Le braccia hanno spalato il fango, ma ancora non si è tornati alla normalità. "Ce la faremo forse tra un paio di mesi". Luigi Micheli, che con la moglie Daniela è al timone dell’azienda agricola Il Piastrino di Vinci, non se lo dimentica l’incubo di quel giovedì notte maledetto. Era il 2 novembre, il torrente Vincio esondava e il fango travolgeva cantina e magazzino. Buttato al vento il lavoro di un anno intero con 18mila bottiglie svendute a causa dell’etichetta danneggiata dall’acqua. Pompe, mezzi, motori, tutto andato.

"Ci siamo rimessi in moto, anzi, non ci siamo mai fermati – racconta Micheli –. Abbiamo fatto la richiesta per i ristori il mese scorso, ma non ci aspettiamo granché. I danni ammontano a 200mila euro, non ci illudiamo. Ogni aiuto da parte della Regione sarebbe miracoloso, ma so che in Emilia Romagna le cifre dei rimborsi sono state irrisorie…".

Da una parte il disastro, dall’altra il cuore pieno e la grande spinta emotiva ricevuta grazie alla catena di solidarietà che si è mossa nel momento dell’emergenza. "Se siamo in piedi è anche e soprattutto grazie alla vicinanza della comunità e all’affetto ricevuto. Come stiamo ora? Nei campi ci sono ancora tronchi, legna e detriti portati dal torrente, che ha spostato di tutto. Abbiamo una ventina di ettari coltivati a olive e viti, tante frane ancora da sistemare e ciglioni da tirar su". Un po’ per volta, a piccoli passi. "Stiamo riprendendo ora con la potatura nei vigneti. Ma un appello lo vogliamo fare ed è indirizzato al Consorzio di Bonifica. Se sul Vincio non vengono fatte manutenzione e messa in sicurezza, la strada alla prossima pioggia è a rischio frane. Siamo in via Vallicella ed è la nostra unica via di accesso".

Non va meglio in via Palandri a Limite sull’Arno dove l’alluvione di novembre ha distrutto l’intero vigneto dell’azienda agricola Il Podere di Botta di Andrea Bartolini. Gravi i danneggiamenti subiti, morti tutti i conigli. Il rio della Botta che passa accanto alla proprietà di Bartolini ha fatto ‘tappo’ allagando tutto: abitazione, cantina, pollaio. "Siamo ancora fuori casa, i locali sono inagibili – si sfoga l’imprenditore agricolo –. I mobili sono andati distrutti, il parquet saltato per aria. Nemmeno nel ’66 era arrivata l’acqua da noi. Ma bisogna farsi forza e andare avanti. Gli animali che si sono salvati vanno accuditi. Le richieste di risarcimento danni le abbiamo fatte tutte, ora si spera ci spetti qualcosa".

Sull’azienda agricola, a conduzione familiare, la stima è di 35mila euro mentre sull’abitazione i preventivi superano gli 80mila euro. "Vediamo cosa ci riconoscono. Al momento ci è stata data la possibilità di bloccare entrambi i mutui, per la casa e l’attività, e così riusciamo a barcamenarci e far fronte alle spese. Ma se non ci aiutano, o paghiamo le rate o tiriamo giù il bandone".

Ylenia Cecchetti