
Keu, terremoto politico. La sindaca indagata:: "Sono innocente e lo ve dimostrerò"
Il keu è stato un vero e proprio terremoto politico giudiziario. Era l’aprile del 2021 quando fu scoperchiato l’enorme vaso di Pandora chiamato keu, l’indagine della magistratura antimafia sulle terre avvelenate che sarebbero finite a tonnellate in provincia di Pisa, anche nell’Empolese (per il quinto lotto della 429) e in mezza Toscana per riempimenti e sottofondi stradali nonostante non ne fosse consentita tale modalità di recupero perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque sotterranee significative concentrazioni di metalli pesanti (cromo e altre sostanze). E’ l’inchiesta che ha travolto i piani alti del comparto della pelle: gli allora vertici dell’Associazione Conciatori di Santa Croce e dell’impianto Aquarno, i rispettivi leader, ovvero imprenditori che si alternavano in cabina di regia delle politiche di distretto da anni. E’ l’inchiesta che ha coinvolto, però, anche la politica.
A rischiare il processo – in tutto sono 24 le richieste di rinvio a giudizio della procura – c’è anche il sindaco di Santa Croce Giulia Deidda che è un fiume in piena davanti alle carte della procura che chiedono di mandarla a processo. "Sono sorpresa e amareggiata", dice. "Ma soprattutto sono innocente: ho sempre agito con correttezza, con l’unico obiettivo di fare e dare il meglio alla comunità che amministro e anche perché il mio operato è stato distorto da una logica inquisitoria che ha voluto attribuirmi reati che non ho mai commesso". Poi un’analisi dei fatti. "Vengo accusata di aver scelto consulenti in materia ambientale graditi ad Aquarno, in particolare un geologo e un avvocato. Basti dire che entrambi lavoravano col Comune di Santa Croce prima del 2014, quando sono stata eletta sindaco – precisa Deidda –. Il geologo ha confermato agli inquirenti che il suo incarico “risale tra la fine degli anni Novanta e 2000” mentre l’avvocato ebbe a ricevere i primi incarichi dal Comune nel 2008 e poi a seguire fino al 2020. Non solo: gli atti – non le mie parole - dimostrano che, quando sono diventata sindaco, le pratiche che sono state affidate al legale sono diminuite significativamente".
"Vengo accusata di aver fatto in modo che alcuni imprenditori fossero orientati a dare contributi elettorali a “candidati politici che dimostravano maggiore sensibilità verso le istanze dei conciatori”– spiega Deidda – . Tra le oltre ottantamila pagine di atti di indagine, mi sono state attribuite due iniziative. E negli atti stessi è emerso che nel primo caso si sia trattato di un finanziamento che non c’è stato. Nel secondo, addirittura, non mi si accusa della raccolta di fondi elettorali ma di essere stata interpellata per presentare due imprenditori al candidato alla presidenza della Regione. Scusate, dov’è il reato?"
"Avrei fatto pressione affinché ai vertici degli enti di controllo sulle attività di Aquarno fossero nominate persone gradite ai conciatori – prosegue Deidda –. Questa accusa nascerebbe da un’intercettazione in cui io invece mi preoccupo per lo spostamento dell’Arpat da San Romano a Empoli. Forse non tutti sanno che l’Arpat di San Romano ha fra i suoi compiti il rilevamento delle emissioni nel sistema produttivo del Comprensorio quindi di fare controlli proprio su coloro che secondo l’accusa, avrei favorito. Il mantenimento del presidio di San Romano è dal lontano 2009 una mia battaglia politica e questo è inconfutabile così come il suo trasferimento proprio a Santa Croce per determinazione del Comune e della Regione".
"Avrei fatto pressioni sul presidente della Regione perché venisse riconfermato l’incarico di capo di gabinetto alla medesima persona – conclude – . Dagli atti di indagine si evince che tale conferma era chiesta a gran voce da tutti coloro che avevano avuto modo di conoscere il suo operato per la sua professionalità".