Terre con il Keu e potenziali contaminanti. "Mai arrivati nel sottosuolo e nella falda"

Il report di Arpat dopo un anno di accertamenti sui riciclati contenenti materiale tossico impiegati nel lotto V della regionale 429

Brusciana, carotaggi sulla terra della strada 429 (foto Germogli/Gasperini)

Brusciana, carotaggi sulla terra della strada 429 (foto Germogli/Gasperini)

Empoli, 6 agosto 2022 - Dopo lo scandalo, gli arresti e i sequestri, il Keu – che secondo le indagini sarebbe finito a tonnellate in Valdera, mezza provincia di Pisa e nell’empolese – è da oltre un anno sotto la lente. Ora Arpat fornisce un primo quadro dei risultati dei monitoraggi sulle acque sotterranee, superficiali e su suolo e sottosuolo. Un primo dato non definitivo ma che dice che "i potenziali contaminanti non sono stati veicolati nei comparti di suolo, sottosuolo e falda". Le informazioni ambientali frutto dell’attività di monitoraggio fanno emergere un quadro che, al momento, "ci permette di affermare l’assenza di contaminazione nelle acque sotterranee e superficiali – spiega una nota di Arpat – attribuibile all’utilizzo di aggregati riciclati contenenti Keu impiegati nei cantieri del lotto quinto della strada regionale toscana 429", spiega una nota. I dettagli: partendo dalle acque sotterranee, i pozzi privati monitorati sono 12 e da giugno 2021 a luglio 2022 sono state realizzate 4 campagne di campionamento. "I risultati hanno evidenziato come i valori di cromo e antimonio, considerati indicatori del potenziale impatto legato alla presenza di materiale riciclato contenente Keu, sono sempre risultati inferiori alle soglie di contaminazione previste dal testo unico ambientale".

Per quanto riguarda il monitoraggio delle acque superficiali, Arpat ha effettuato prelievi in piccoli fossi campestri che corrono lungo la 429 sia in direzione nord che sud. Le campagne di monitoraggio sono state sinora due a causa della scarsa piovosità del periodo. "Dai risultati i non emergono particolari problematiche riconducibili ad una possibile contaminazione delle acque superficiali attribuibile alla presenza di aggregato riciclato contenente Keu – evidenzia il report – . É stata rilevata la presenza di solfati, che non è correlabile con il materiale in questione. Per quanto attiene ai campioni di suolo e sottosuolo, il nostro personale ha effettuato sondaggi sia al piede del rilevato, ovvero sulla scarpata a fianco della strada che sul corpo del rilevato. I campioni prelevati sono stati suddivisi in due diverse tipologie, la prima composta da aggregato riciclato contenente Keu, mentre la seconda da terreno naturale".

Sono state effettuate le analisi sui materiali contenenti Keu di suolo e sottosuolo per valutare la capacità di cessione: "Dai risultati è emerso che tutti i campioni di aggregato riciclato contenente Keu sono classificabili come rifiuti non pericolosi. Sono state effettuate, poi, le analisi anche dei campioni di solo terreno naturale, tenendo conto dei parametri normativi contenuti nel testo unico ambientale, ed è emersa l’assenza di superamenti dei limiti previsti per la concentrazione soglia contaminazione".

Parallelamente il Commissario straordinario per il completamento della strada 429 ha effettuato alcuni sondaggi sul manto stradale nella zona interessata dalla presenza dell’aggregato riciclato contenente Keu per determinare la permeabilità dell’asfalto. E’ emerso "che i pacchetti di asfalti costituen ti il manto stradale sono sostanzialmente impermeabili".

"Si tratta di un quadro che dimostra, allo stato attuale, che i potenziali contaminanti presenti nell’aggregato riciclato contenente Keu non sono stati veicolati nei comparti di suolo, sottosuolo e falda – spiega l’agenzia – Non si tratta di una situazione definitiva dato che potrebbero manifestarsi mutamenti nel medio - lungo periodo anche determinati, ad esempio, da carenze di manutenzione del manto stradale o da altri elementi, al momento non conosciuti".