
L’amicizia con Giovanni Falcone, le tante battaglie combattute insieme al magistrato simbolo della lotta antimafia, ma anche la cultura della legalità da insegnare ai più giovani. Trecento studenti delle scuole superiori empolesi hanno incontrato nella mattinata di ieri Pietro Grasso, senatore, ex presidente del senato e ex magistrato impegnato da anni nella lotta alla mafia. Il punto di partenza era il libro "Il mio amico Giovanni" (Feltrinelli, 2022), scritto con Alessio Pasquini e dedicato alla figura di Giovanni Falcone nel trentennale della strage di Capaci.
"Ho cercato di prendere i miei ricordi e le mie memorie per lasciarli ai ragazzi – dice lo stesso Grasso – e far conoscere il lato umano di Falcone. Quando si parla di lui e di Paolo Borsellino dobbiamo secondo me sfatare il mito dei supereroi: stiamo parlando di persone eccezionali da imitare come testimoni".
L’incontro, in programma al cinema Excelsior, è stato organizzato dalla Biblioteca comunale Renato Fucini insieme agli Uffici Cultura, Turismo e Suev, in collaborazione con Feltrinelli Editore, nell’ambito di “Battiti Leggendari”, il progetto che ha come obiettivo la promozione della cultura della legalità, a partire proprio dai più piccoli e dai ragazzi. "Quando racconto le storie e i momenti di vita vissuta – dice ancora Grasso – i ragazzi sono molto attenti. Capita spesso che poi siano loro a riportare cose che io avevo detto loro, segnale evidente di come certe cose rimangano nella mente". Oggi la lotta alla mafia è un qualcosa di diverso rispetto ai tempi di Falcone, lo raccontano anche le vicende del territorio. Da queste parti se ne sa qualcosa, come testimonia anche la vicenda Keu. "Oggi la lotta alla mafia deve essere più attenta – spiega Grasso – perché è quasi invisibile e non compie più azioni eclatanti, ma si infila nel mondo degli affari. Serve un’importante opera di prevenzione, perché le indagini spesso nascono solo quando c’è reato. E’ importante la memoria perché dietro la più piccola illegalità si possono trovare interessi mafiosi. Dobbiamo fare in modo che la legalità convenga, soprattutto tra i giovani".
Tommaso Carmignani