Valentina
Conte
Per i credenti è più facile: la Pasqua è la resurrezione di Gesù, la salita al cielo alla destra del Padre, il passaggio dalla morte alla vita; ma anche per chi non è sorretto dalla fede cristiana questa giornata è comunque simbolo di liberazione. Sperando rappresenti davvero il passaggio dal periodo di pandemia alla normalità, alla vita ritrovata, alla vita rinnovata. In questa nostra ’terrena passione’ iniziamo a pensare alla terrena resurrezione: tutto è affidato, ormai lo sappiamo, ai vaccini. La campagna prosegue fra scandali e proteste, fra polemiche e indignazione e, si spera, acceleri e vada a ritmo spedito per mettere in sicurezza gli anziani, i fragili e tutti noi altri. Cuius una stilla salvum facere. Può farci salvi solo una stilla, un ’cc’ di siero vaccinale.
Pasqua e Pasquetta ce le immaginavamo libere, al ristorante, sulla sabbia, sui traghetti, sugli aerei e invece, oggi non ci godiamo né mare né città d’arte. Chiudiamo ora per aprire dopo ci sentiamo dire da tempo. Da più di 12 mesi. Speriamo sia davvero l’ultimo sforzo. Proprio negli ultimi giorni è stato emanato il decreto che inasprisce le regole anche sugli spostamenti e sull’argomento gli spiriti più arguti hanno dato il meglio di sé. Non si può sortire dai comuni senza incappare in una multa, ma se volete fare una girata potete andare alle Canarie. Lì vi accolgono, vi tocca ‘solo’ un po’ di quarantena al ritorno, mentre noi altri comuni mortali siamo qui a cercare di fare festa nelle nostre case. Se non altro abbiamo imparato ad apprezzare le piccole cose e a coccolare gli affetti vicini. Accontentiamoci. Buona Pasqua.