TOMMASO CARMIGNANI
Cronaca

Gassificatore, l’urlo dei duemila "Sul territorio decidiamo noi"

Un corteo rumoroso e colorato ha attraversato le vie del centro. "Non siamo qui per dire no a prescindere. Ma il progetto non si può realizzare"

di Tommaso Carmignani

Da una parte ci sono le opinioni, dall’altra i numeri. Qualcuno dice 1500, altri il doppio, ma tutti concordano su un punto: una roba del genere, a Empoli, non si vedeva dai cortei del Primo Maggio degli anni ’80, quando il Partito Comunista era quello di un tempo e da queste parti raccoglieva consensi bulgari. Nel lungo serpentone che attraversa il centro della città non ci sono simboli politici, ma tante persone normali, famiglie con bambini, anziani, giovani, attivisti del Csa Intifada, dei No Keu e del comitato per il raddoppio di Granaiolo. Il fronte del no al gassificatore, il maxi impianto di riciclo dei rifiuti che Alia potrebbe realizzare a Terrafino, è compatto. E liquidarlo a polemica da social, ormai, è impossibile.

"Non siamo negazionisti. Non siamo qui per dire no a prescindere. Siamo qui – tuonano dal palco – perché un progetto del genere, a Empoli, non si può realizzare. Ce lo dicono tecnici, geometri, specialisti. Il problema dei rifiuti c’è e tutti quanti ne siamo consapevoli, ma se vogliono realizzare un impianto di questo genere che lo facciano da un’altra parte". Gli americani lo chiamano Nimby, acronimo di ‘not in my backyard". Questa cosa mi sta bene, purché sia fatta altrove. E però, anche qui, attenzione a liquidare la protesta con un’alzata di spalle. Perché un altro dei concetti espressi dalla piazza è la scarsa fiducia nei confronti di una politica locale che tende a rassicurare quando, parola dei manifestanti, ha consentito che "sotto la 429 venissero sepolte tonnellate di Keu".

Poco da fare, se la partita del gassificatore s’ha da giocare, i prossimi passi che la giunta di Empoli sarà chiamata a muovere dovranno essere felpati. La sensazione, stando a quanto visto ieri, è che su una partita di questo genere ci si possano giocare anche le amministrative del 2024. "Un impianto da 400 milioni di euro che dovrebbe trattare i rifiuti di tutta la Toscana e non solo – dice Marco Cardone, portavoce del comitato trasparenza per Empoli – non viene realizzato per esigenze locali. Si tratta di un progetto che ci spaventa perché per stessa ammissione di chi lo realizza è sperimentale e a poco servono le rassicurazioni. Non mettiamo in dubbio la buona fede della politica, ma era necessario fare a monte un tavolo con i cittadini. Il nostro non è un no categorico, ma cautelativo: abbiamo dei timori e dopo tante domande non abbiamo ancora ricevuto risposte".

Il serpentone si dipana lungo via Curtatone e Montanara, raggiunge piazza della Vittoria e la circonda. Una stima realistica parla di almeno 2000 persone. "La collocazione di questo mega impianto non ci convince – dice Fabrizio Lupi – e non ci fidiamo delle rassicurazioni di chi non ha vigilato a dovere sulla vicenda Keu". Dal palco rimbombano la musica e gli slogan. "Non siamo il gabinetto di Firenze, abbiamo la percentuale di differenziata più alta della Toscana eppure vogliono far qui un inceneritore". Qualcuno teme per i propri figli.

"Se siamo qui – dice Mauro Cantini – è perché non vogliamo avvelenare i nostri bambini. Nuovi impianti per risparmiare? Preferiamo la salute". Il tema è caldo e coinvolge tutti. Una manifestazione pacifica che scorre via senza particolari incidenti. "All’inizio avevano detto che non emetteva fumi, poi invece sì. Siamo a 400 metri da un centro abitato e a 100 dalla prima casa, in una zona alluvionale e sismica. Quest’impianto - dice Sandra Sgherri – non può e non deve stare qui".