È morto il professor Paolucci, portò le nostre bellezze sulla Rai

L'articolo ricorda la visita del professor Antonio Paolucci ad Empoli nel luglio 2014, durante la quale esplorò i monumenti e apprezzò l'arte e il paesaggio della zona. Paolucci elogiò i tesori artistici della città, tra cui opere di Caravaggio, Lorenzo Monaco e Pontormo.

È morto il professor Paolucci, portò le nostre bellezze sulla Rai

È morto il professor Paolucci, portò le nostre bellezze sulla Rai

Era poco prima della metà del luglio 2014, quasi 10 anni fa. All’epoca, lui era il direttore dei Musei Vaticani, ex ministro dei Beni Culturali ed ex Soprintendente per il Polo Museale Fiorentino. Lui era il professor Antonio Paolucci, oggi appena scomparso. Empoli lo ricorda con grande affetto e ammirazione: in quella mattina di luglio, venne in città per una visita ai principali monumenti ed in particolare al complesso degli Agostiniani. Uno scrigno d’arte, di cui oltretutto si parlava per la copia del ‘San Giovanni Battista’ del Caravaggio. Fu bello accompagnarlo, in specie alla chiesa di Santo Stefano, nel complesso, perché dà proprio l’idea di un grande tesoro nascosto. Ascoltava con il massimo interesse: nel gennaio del ’15, pochi mesi dopo, difatti, l’arte empolese - assieme a tanta altra arte italiana - avrebbe fatto parte della trasmissione pubblica di Rai 5 "Museo Italia". E Paolucci venne ad Empoli per registrare i documentari con la troupe. Prima visitò piazza Farinata degli Uberti, quindi la Collegiata di Sant’Andrea, il museo, ed infine (erano circa le 13 del 13 luglio) la chiesa di Santo Stefano, dove il professore si soffermò sulla tavola fondo oro di Bicci di Lorenzo all’interno della pala d’altare di Francesco Furini. In quella tavola ancora medioevale, sullo sfondo, si trova una raffigurazione della Empoli antica con immagine della Collegiata a due spioventi, com’era in origine. Ecco che cosa disse dieci anni fa il professor Paolucci su questa terra: "L’Empolese ha tanti tesori, e soprattutto vanta un mirabile connubio tra arte e paesaggio soprattutto sui colli; la pianura nel recente passato è stata un po’ cannibalizzata. Ad esempio, però, nel museo della Collegiata troviamo capolavori di Lorenzo Monaco, Filippo Lippi, Mino da Fiesole, dei Botticini. Un altro capitolo che merita attenzione è quello delle pievi romaniche che costellano il territorio. Si può, per questo, cominciare col citare la chiesa di Monterappoli. Non va dimenticato che ci sono anche le ville medicee. Sono qui a Empoli apposta per raccontare questi tesori". Agli Agostiniani, venne accompagnato dal professor Alessandro Trinci, e si soffermò anche sull’Annunciazione del Rossellino. Mentre con lui alla Collegiata c’era don Guido Engels. Poi il professore concluse: "Empoli ha un altro tesoro: è patria del Pontormo, qui si trova la sua casa natale". Fu una bella giornata, che i protagonisti di quell’epoca ricordano con affetto.

Andrea Ciappi