Calci, pugni e poi rapinata. Cantante condannato

La vittima è una giovane straniera picchiata da un artista napoletano di 60 anni. La sentenza della Cassazione ha messo fine alla vicenda processuale.

Calci, pugni e poi rapinata. Cantante  condannato

Calci, pugni e poi rapinata. Cantante condannato

EMPOLI

Tutto partì dalla denuncia di una donna di Empoli che lo accusò di averla presa a calci e pugni e rapinata. Ora siamo allacondanna definitiva, oltre il pagamento delle spese processuali e di tremila euro alla cassa delle ammende. È arrivata al capolinea della Cassazione la vicenda processuale che ha visto imputato Ciro Laezza, 60anni, cantante neo melodico napoletano, conosciuto con il nome d’arte di "Ciro d’oro". Gli ermellini, rigettando il ricorso, hanno mandato definitivo il pronunciamento della corte d’appello che aveva parzialmente riformato la sentenza del tribunale di Pisa del 2017, dichiarando non doversi procedere per un reato contestato per intervenuto decorso del termine di prescrizione, rideterminando la pena per la rapina in concorso.

A dare il via la processo – era emerso – fu la denuncia di una giovane dell’Est all’epoca dei fatti con domicilio nell’empolese. In occasione di un litigio a Santa Croce sull’Arno Laezza, in concorso con un’altra persona rimasta ignota, secondo quanto venne ricostruito, aggredì la straniera dopo un acceso diverbio, e le prese la borsa che conteneva il passaporto ed una scrittura privata fra i due nella quale l’imputato certificava di avere un debito nei confronti della donna.

Documento che, una volta strappato, avrebbe quindi azzerato le pretese della straniera. Le indagini che seguirono portarono al processo e alla condanna a tre anni e un mese del cantante neo melodico napoletano, poi mitigata in appello. La difesa dell’imputato, fra altri aspetti, aveva lamentato ai giudici di legittimità come "in sede di giudizio dalla rapina semplice si è passati alla rapina aggravata in assenza di specifica contestazione sul punto, con violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza".