Le dannose illusioni cromatiche

Il virus e la Toscana arancione

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

La direttrice de La Nazione Agnese Pini

Firenze, 13 dicembre 2020 - Sono d’accordo con il cittadino Giani: mi sarebbe tanto piaciuto essere in zona gialla, e sono dispiaciutissima anzi arrabbiatissima per il fatto che il Governo ci abbia tenuto in arancione, la Lombardia è gialla e la Toscana no, «anche se i toscani hanno numeri migliori dei lombardi, anche se il tracciamento funziona, i contagi calano, gli ospedali non soffrono più» e via discorrendo. Il cittadino Giani ha perfettamente ragione. Sono con lui. Al governatore Giani però chiedo: che cosa, politicamente, non ha funzionato in questa partita? Perché qui è il punto, e il presidente di una delle regioni strategicamente, economicamente e culturalmente più importanti d’Italia deve essere chiaro coi suoi cittadini.

Non possono bastare le dirette Facebook, come quella che ha fatto ieri mattina prendendosela con il ministero e facendo appelli che rischiano di risultare vani (mi auguro ovviamente che così non sia). Giani non è mai stato e non può diventare un novello De Luca: non ne ha la storia e di certo non ne ha (per fortuna) l’aggressività populista né il piglio incendiario, la smargiasseria, la faccia tosta. Ci ha abituato alla misura, alla moderazione, all’azione riflessiva di chi opera da amministratore pratico e capace.

Allora proviamo a fare un po’ d’ordine e a ripercorrere rapidamente le tappe cromatiche dell’avventura toscana: dopo essere precipitati in un profondo rosso il 13 novembre, una settimana fa torniamo in arancione. Ora: la "quarantena", chiamiamola così, per le regioni arancioni dura quattordici giorni. Che scadono, per la Toscana, domenica prossima, non certo oggi. Giani, sempre nella sua diretta Facebook, ci ha fatto sapere che avrebbe sperato in una deroga (in virtù delle maglie più larghe del Dpcm dedicato al Natale), deroga che però non è mai stata accordata a nessuna regione, e non si capisce come mai il Governo avrebbe dovuto fare un’eccezione proprio con la Toscana. Anche perché, fa sapere il ministero della Salute, pure i nostri parametri non sono ancora tutti esattamente da zona gialla: l’occupazione delle terapie intensive, per dire, è al 42%, dovrebbe essere sotto il 30.

Malgrado questo, Giani per tutta la settimana ha continuato ad alimentare la possibilità concreta che saremmo diventati subito gialli, tanto che pareva avesse un qualche asso formidabile nella manica, o la capacità di pesare politicamente al punto da far cambiare le regole (o l’interpretazione delle regole) direttamente alle alte sfere ministeriali. Era una pia illusione. E allora: andare davanti a una telecamera parlando di "decisione sbagliata e immotivata" fa apparire il governatore Giani ingiustamente debole, esposto a presunti capricci romani, e quasi oscura gli invece ottimi risultati portati a casa nell’ultimo mese, in termini di posti letto, organizzazione del personale sanitario e delle strutture ospedaliere. Un pasticcio politico, e mediatico, che non rende merito a lui, e men che mai alla Toscana.