Pensioni, cosa cambia. Ecco quali sono le proposte dei partiti

Con il decreto Aiuti bis arriva la rivalutazione anticipata del 2%. Dal 2023 torna la legge Fornero

Firenze, 2 agosto 2022 - Il decreto Aiuti bis, provvedimento che sarà approvato a breve (anche se si attende ancora la convocazione del consiglio dei ministri) e che prevede uno stanziamento di oltre 14 miliardi di euro, porterà con sé un nuovo taglio del cuneo fiscale. Dipendenti e pensionati riceveranno dunque più soldi. Il taglio dovrebbe essere di un punto percentuale - aggiuntivo rispetto a quello di 0,8 punti già in vigore fino a fine anno - per sei mesi (da luglio a dicembre prossimo) per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila euro l'anno. Per i pensionati, invece, arriverà l'anticipo della rivalutazione di tre mesi, prevista per gennaio 2023, che dovrebbe essere attorno al 2%. L'intervento sulle pensioni dovrebbe riguardare tutti e non solo chi ha assegni fino a 35 mila euro l'anno, che è la soglia indicata per i lavoratori beneficiari della decontribuzione fino a fine 2022.

Il meccanismo attuale per la rivalutazione prevede tre fasce: il 100% fino a 4 volte la pensione minima, ovvero 523 euro al mese, il 90% tra 4 e 5 volte il minimo e il 75% sopra questa soglia. Dopo l'anticipo, si dovrà poi calcolare il conguaglio sulla base dell'indice annuo dell'inflazione accertato dall'Istat, di cui solo più avanti si avrà il dato definitivo.

In Toscana

"Dopo trent'anni di contributi versati con uno stipendio di 9 euro lordi l'ora, un lavoratore a 65 anni percepirà un assegno pensionistico mensile di appena 750 euro. Sebbene rappresentino la quota maggioritaria sul totale dei pensionati (il 52%), le donne percepiscono il 44% dei redditi pensionistici e quelli degli uomini sono superiori a quelli delle donne del 37%". A sottolinearlo in una nota è Anap Toscana, l'Associazione anziani e pensionati di Confartigianato Imprese. Nella regione in media 30 abitanti su 100 sono pensionati e un terzo di loro non arriva a 1.000 euro al mese, in particolare a Grosseto, con pensioni medie di 929,87 euro mensili e Pistoia con 938,75 euro. Per questo, sottolinea Anap Toscana, “è urgente rivalutare le pensioni e le istituzioni devono aiutare i pensionati con bassi redditi attraverso concrete politiche sociali di sostegno. Servono importanti riforme del sistema perché i lavoratori a basso reddito di oggi saranno pensionati in difficoltà domani".

Le proposte dei partiti

Nel 2023 si andrà in pensione secondo la legge Fornero, quindi avendo compiuto 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi oppure, a prescindere dall'età, a 42 anni e 10 mesi di contributi se uomini, a 41 anni e 10 mesi se donne. Quota 102 si concluderà il 31 dicembre 2022 e lo stesso accadrà, se nulla cambia, per Opzione donna e Ape sociale, Sarà però il nuovo governo a mettere mano alle pensioni. Ecco le principali proposte dei partiti.

Forza Italia

La proposta è quella di mantenere i 67 anni come età pensionabile, visto che aumenta la speranza di vita, ma di portare l'assegno minimo a 1.000 euro. Costo dell'operazione per lo Stato: circa 8 miliardi.

Fratelli d'Italia e Lega

Per Lega e Fratelli d'Italia ok alla pensione per chi ha 41 anni di contributi e 39 anni per le donne, che potranno uscire dal lavoro anche prima, in particolare un anno prima per ogni figlio. Costo dell'operazione: 14,5 miliardi. Fdi vuole anche colpire le pensioni d'oro e detassare la parte di pensione con cui i nonni aiutano figli e nipoti.

Movimento 5 Stelle

Ai pentastellati l'ipotesi che piace di più è quella della pensione a 63 o 64 anni con ricalcolo solo contributivo e con la penalizzazione, si dice del 3 per cento l'anno, per ogni anno di anticipo. Altra proposta quella di una pensione calcolata nei primi anni con la quota contributiva e poi, una volta arrivati all'età pensionabie, con quella retributiva. Il M5s è anche per prorogare Ape sociale e Opzione Donna, che attualmente scadono il 31 dicembre 2022, per il riscatto gratuito della laurea e per una pensione di garanzia per i giovani.

Pd, Azione e Italia Viva

Per il Pd bisogna confermare anche per il 2023 e seguenti Ape sociale e Opzione donna e puntare sui giovani lavoratori e su quelli che hanno cominiciato a lavorare doppo il 1996, il cui assegno viene calcolato solo con il sistema contributivo, dando loro una pensione di garanzia. Per Azione e Italia Viva va bene invece la legge Fornero così com'è.