Croce Rossa, volontari in strada, a raccogliere confidenze

La Cri fiorentina ha istituito una sezione che opera nella Piana, portando non solo cibo e coperte, ma soprattutto un supporto morale

Una volontaria soccorre un senzatetto nella Piana

Una volontaria soccorre un senzatetto nella Piana

Sesto Fiorentino, 5 marzo 2021 - La situazione non è certo quella del capoluogo ma anche a Sesto e nella Piana c’è chi è costretto a dormire all’aperto. Un ‘mondo a parte’ che chi ha un tetto sopra la testa difficilmente immagina, e che invece esiste. Da alcune settimane stanno imparando a conoscere questo universo, con tutto il suo bagaglio di disagio e vulnerabilità, i volontari della nuova Unità di strada nata nell’Unità territoriale della Croce Rossa Italiana di Sesto, per dare un aiuto ai senza dimora della Piana fiorentina: "Questa esperienza – racconta Andrea Di Maio, referente dell’Unità di strada sestese – va avanti da oltre dieci anni a Firenze ed è collaudata. Dato che nell’iniziativa sono attivi anche volontari sestesi da tempo volevano tentare di creare una unità anche nel territorio della Piana e abbiamo incontrato l’assessore alle Politiche sociali Camilla Sanquerin dandole la nostra disponibilità a lavorare con il Comune, senza alcuna competizione con le altre realtà importanti del territorio. Abbiamo iniziato alcune settimane fa, proprio nel periodo dell’emergenza freddo, e stiamo proseguendo al momento con due uscite settimanali, nelle quali diamo un kit di prodotti sigillati, tè caldo e cose che ci vengono chieste e cerchiano di instaurare un dialogo con chi troviamo". Così, da questi incontri, si delineano storie complesse e delicate, come quelle di una famiglia che dorme in un’area al confine con Firenze, di un’altra composta da quattro persone che ha come casa una roulotte in mezzo a un campo. "In quella roulotte – racconta Andrea – abitano in quattro: marito e moglie, la mamma di lei e il suo compagno, tutti non italiani, e ci hanno raccontato di una serie di difficoltà, a partire dal non poter ottenere l’Isee. È una situazione di estrema precarietà, ma in questo, come in altri casi, era stata prospettata una sistemazione che non è stata accettata perché ci sarebbe stata una separazione del nucleo familiare". Fra le ‘storie’ di ordinaria disperazione emerge anche quella di un giovane ben conosciuto nel quartiere di Padule, che è stato aiutato anche dai residenti della zona che gli hanno portato cibo e coperte: "Ce ne avevamo parlato alcuni abitanti – racconta ancora Andrea – e così l’abbiamo cercato e gli abbiamo parlato, così come facciamo con tutti, cercando di capire i loro bisogni e di indirizzarli magari a qualche struttura come l’albergo popolare, anche se a molti rifiutano queste sistemazioni". Così in alcuni casi è possibile fornire solo cose, certamente preziose, per ripararsi dal freddo come le due coperte pesanti consegnate a un uomo che dorme nell’area di una struttura commerciale a Calenzano.